(El Mundo) Un brano nato come simbolo di libertà e inclusività è diventato, contro ogni previsione, il marchio sonoro di un movimento politico diametralmente opposto alle sue origini.
“YMCA”, celebre hit dei Village People e inno della comunità LGBTQ degli anni ’70, oggi è il tema musicale delle campagne di Donald Trump, guadagnandosi un posto di rilievo tra i brani più simbolici del trumpismo. Un sorprendente viaggio culturale, economico e politico che ha trasformato una canzone disco in un’icona di destra.
Il fenomeno trova le sue radici nell’abilità dell’ex presidente di attingere alla nostalgia della sua base elettorale. L’elettore medio del trumpismo, come indicano analisi sociologiche, è spesso un uomo bianco tra i 50 e i 65 anni. È lo stesso uomo che, negli anni ’70, ascoltava “YMCA” e altri successi disco come “Macho Man” e “In the Navy” nei nightclub o alla radio. Quel periodo è associato a una giovinezza spensierata e a un’America pre-globalizzazione, evocando ricordi di forza, patriottismo e semplicità. Una nostalgia che si sposa perfettamente con il messaggio politico di Trump, che promette di “rendere l’America di nuovo grande” proprio recuperando valori e immagini di un’epoca passata.

Tante polemiche
L’adozione di “YMCA” come inno del trumpismo non è avvenuta senza polemiche. Victor Willis, il creatore della canzone e leader dei Village People, inizialmente si era opposto fermamente all’uso del brano durante i raduni di Trump. Nel 2020, in seguito alla repressione violenta delle proteste di Black Lives Matter a Washington, Willis aveva pubblicamente chiesto all’ex presidente di cessare ogni utilizzo della sua musica, dichiarando: “Non posso più distogliere lo sguardo”. Ma l’eco delle sue proteste si è presto spento, sommerso dai “diversi milioni di dollari” che la popolarità della canzone ha portato nelle sue tasche grazie alla rinascita commerciale.

Un’arma di coesione
La forza economica non è stata l’unica molla del successo di “YMCA” tra i sostenitori di Trump. Il brano è tornato in vetta alle classifiche musicali subito dopo la sua vittoria del 2016, diventando un’arma simbolica di coesione tra i suoi sostenitori. Durante i comizi, l’immagine del presidente che balla sulle note di questa iconica melodia ha consolidato la percezione di una leadership “popolare” e vicina al sentimento del suo elettorato.
La parabola di “YMCA”, da simbolo di emancipazione della comunità gay a inno di un movimento politico conservatore, rappresenta un paradosso culturale che riflette il potere della nostalgia e della reinvenzione simbolica. Gli anni ’70, un decennio turbolento ma rivoluzionario, diventano oggi uno strumento per evocare un’epoca immaginaria di grandezza e solidità, reinterpretata per scopi politici.