Wimbledon dice addio ai giudici di linea

By Paolo Bonanni 26 Giugno 2025 #wimbledon

(Bbc) Per la prima volta in 148 anni, a Wimbledon non ci saranno giudici di linea: saranno sostituiti da chiamate elettroniche. Una svolta che divide tra nostalgia e innovazione.

Per Pauline Eyre, che ha svolto il ruolo di giudice di linea a Wimbledon per 16 anni, le giacche eleganti e la possibilità di acquistare i biglietti per il torneo erano le principali ricompense di un lavoro che richiedeva ferie annuali. Oggi i migliori ufficiali possono guadagnare fino a 200 sterline al giorno, spese escluse. Ma per chi trascorre ore piegato sulle ginocchia, gli occhi fissi sulla linea di gesso, il denaro non è mai stato la motivazione principale.

Essere così vicina a Jana Novotna da notare il tremore del suo piede nella finale di Wimbledon o affrontare la pressione mentale di John McEnroe erano esperienze impagabili. E poi c’erano le divise: “Non c’è niente di paragonabile all’entrare sui campi in erba di SW19 con l’uniforme che molti considerano la più elegante nello sport”, ha dichiarato Malgorzata Grzyb, presidente dell’Associazione degli ufficiali britannici di tennis.

L’erba diventa elettronica

Ma i tempi cambiano. Per la prima volta in 148 anni, Wimbledon quest’anno non avrà giudici di linea: entra in scena la tecnologia di chiamata elettronica. Se altrove è ormai la norma, sull’erba verde e immacolata del torneo più tradizionalista, la loro assenza si farà notare. “Tutta la tradizione di Wimbledon – le persone, le buffe uniformi – è una parte di personalità che si perde”, dice Eyre.

I nostalgici li rimpiangeranno, mentre gli amanti della tecnologia parlano di progresso. Fino a poco tempo fa, le sfide alle decisioni dei giudici erano un momento emozionante per il pubblico, con applausi crescenti e l’attesa davanti al maxi-schermo per il verdetto. Ora, anche se i replay restano, si perde quel confronto umano-tecnologia che tanto appassionava.

Paul Hawkins, inventore del sistema Hawk-Eye introdotto a Wimbledon nel 2007, ammette: “Il sistema di challenge ha fatto il suo tempo. All’inizio era eccitante, ma ora il pubblico vuole solo vedere il tennis”.

Ma per 80 il lavoro non è finito

Alcuni giudici di linea rimangono comunque coinvolti, trasformati in “assistenti di gara”, pronti ad agire in caso di guasti tecnici o per scortare i giocatori fuori dal campo. Dei circa 300 ufficiali, 80 avranno ancora un ruolo. Tuttavia, l’introduzione della tecnologia in tutti gli Slam – tranne il Roland Garros – sta riducendo le loro opportunità.

Eyre teme che questo cambiamento danneggerà la formazione dei futuri arbitri di sedia, dato che spesso il percorso iniziava proprio dalle linee. “Chi andrebbe a fare il giudice per un torneo under-12 a Finchley se non c’è più il sogno di Wimbledon?”, si chiede. Grzyb rassicura: i nuovi ufficiali vengono formati fin da subito sia come giudici di linea che di sedia.

E se poi toccasse agli arbitri?

Ma il nuovo sistema non è esente da critiche. I messaggi vocali elettronici, spesso troppo pacati, creano confusione, come successo al britannico Jack Draper, disorientato da un “out” quasi sussurrato durante un match. L’assenza di segnali visivi e la possibilità di sentire le chiamate da altri campi hanno generato caos in tornei come l’Australian Open.

A Wimbledon, le voci pre-registrate provengono da membri dello staff e guide turistiche del club. Eyre ironizza: “Sarebbe fantastico sentire McEnroe urlare ‘You cannot be serious!’ come voce ufficiale. Finalmente potremmo urlare a lui, sarebbe giustizia poetica”.

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