Un mare di microbi in piscina

(Bbc) Nuotare fa bene a cuore e articolazioni, ma anche le piscine più pulite possono ospitare ospiti indesiderati: parassiti batteri opportunisti e perfino funghi. Il cloro è efficace contro molti agenti patogeni, ma non contro tutti.

L’estate invita a tuffarsi, ma cosa si cela davvero nell’acqua delle piscine pubbliche? Dietro il relax e i benefici dello sport in acqua – ottimo per articolazioni e cuore – si nasconde un rischio poco conosciuto ma reale: quello di contrarre infezioni causate da batteri, virus e parassiti.

Uno dei principali nemici invisibili è il Cryptosporidium, un parassita che resiste sorprendentemente bene al cloro, il principale disinfettante usato nelle piscine. Questo protozoo può provocare forti disturbi gastrointestinali, come diarrea e crampi, e negli ultimi 25 anni è stato il responsabile più frequente di epidemie di malattie intestinali in Inghilterra e Galles legate all’acqua delle piscine. Studi hanno dimostrato che il rischio cresce nei periodi di massima affluenza, come durante le vacanze scolastiche.

Non solo parassiti: anche batteri opportunisti come lo Staphylococcus possono colpire la pelle, mentre funghi e Acanthamoeba – potenzialmente causa di gravi infezioni oculari – prosperano in ambienti caldi e umidi, come spogliatoi e bordi vasca. Persino le orecchie possono essere vittime: l’otite esterna, nota come “orecchio del nuotatore”, è frequente se l’acqua resta intrappolata nel condotto uditivo. E ancora, il Legionella, inalato sotto forma di minuscole goccioline, può scatenare la polmonite nota come Malattia del Legionario.

Il ruolo del cloro

Per gli esperti la maggior parte delle piscine è generalmente sicura grazie alla disinfezione con cloro. Ma come si garantisce questa sicurezza? Prima del 1900, l’acqua veniva solo filtrata o sostituita frequentemente. L’introduzione del cloro, agli inizi del Novecento, ha rivoluzionato la manutenzione, sebbene oggi serva un equilibrio complesso tra livello di cloro, pH e affollamento. Più persone nuotano, più cloro è necessario.

Un problema difficile da risolvere resta però il Cryptosporidium, la cui resistenza deriva da una struttura che lo protegge dagli agenti chimici. In caso di contaminazione, le piscine possono ricorrere alla superclorazione o filtrazioni speciali per ridurre il rischio.

Un altro aspetto curioso riguarda il tipico odore “di cloro” che sentiamo nelle piscine: in realtà, quel sentore è causato dalle clorammine, composti che si formano quando il cloro reagisce con sudore e urina. Queste sostanze non solo irritano occhi e gola, ma possono peggiorare la qualità dell’aria a bordo piscina e, in casi rari, aumentare il rischio di asma per chi vi lavora quotidianamente.

Doccia prima e dopo

Cosa possiamo fare per nuotare in sicurezza? Prima di tutto, fare sempre la doccia prima di entrare in vasca per ridurre la presenza di materiale organico sulla pelle. Evitare di ingerire acqua, segnalare immediatamente eventuali “incidenti” in piscina e assicurarsi che la struttura rispetti controlli regolari di cloro e pH. Secondo gli esperti, i benefici fisici e psicologici del nuoto superano di gran lunga i rischi, purché si adottino comportamenti responsabili.

Infine, se pensate che nuotare in mare, fiumi o laghi sia più sicuro, non illudetevi: anche in acque “selvagge” possono annidarsi batteri, parassiti o scarichi fognari non trattati.

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