(Times) L’Ucraina, già prima dell’invasione russa del 2022, aveva un approccio rilassato verso le armi. Oggi, il Paese rischia di trasformarsi in un paradiso per i trafficanti d’armi, con conseguenze globali. Cosa accadrà dopo la guerra?
Georgiy Uchaykin, presidente dell’Associazione Ucraina dei Proprietari di Armi (UGOA), è un fervente sostenitore del diritto di possedere armi. “Non si può sopravvalutare l’importanza delle armi”, afferma, mostrando come estrarre e sparare in meno di un secondo e mezzo. Uchaykin, che ha iniziato a insegnare al nipote a sparare all’età di sette anni, ha lottato dal 2009 per modificare la costituzione ucraina, garantendo ai cittadini il diritto di portare armi. Una volta posizione marginale, oggi è sostenuta dalla maggioranza della popolazione.

Armi a prezzi accessibili
Prima del 2022, la maggior parte degli ucraini era contraria alla liberalizzazione delle armi. Ma dopo l’invasione russa, l’opinione pubblica è cambiata radicalmente. L’Ucraina è l’unico Paese in Europa dove le armi non sono regolate da una legge specifica, ma da un decreto del Ministero degli Interni del 1998. Questo ha creato un sistema complesso e confuso. Nei negozi di armi fucili d’assalto, kalashnikov e persino fucili di precisione sono in vendita a prezzi accessibili. Tuttavia, ottenere un’arma richiede controlli e una tassa di 930 sterline, mentre le pistole sono vietate ai civili, a meno che non vengano assegnate per servizi allo Stato.
L’invasione russa ha ulteriormente complicato il quadro. Il presidente Zelensky, il 24 febbraio 2022, ha promesso armi a chiunque volesse difendere il Paese. Solo a Kyiv, il governo ha distribuito oltre 25.000 fucili d’assalto e 10 milioni di proiettili. Inoltre, l’Ucraina è diventata il più grande importatore mondiale di armi tra il 2020 e il 2024, con migliaia di “armi trofeo” lasciate dai russi.

La “società del Kalashnikov”
Gli esperti temono che, senza un programma di riacquisto delle armi non registrate, l’Ucraina postbellica potrebbe trasformarsi in una “società del Kalashnikov”, dove le dispute si risolvono con le armi. Si stima che tra uno e cinque milioni di armi siano in mano ai civili. Queste armi potrebbero finire in Europa, Africa e Medio Oriente. Se anche solo una piccola parte dei veterani si unisse al crimine organizzato, le conseguenze per l’Europa sarebbero profonde. Nel frattempo, arsenali illegali si accumulano in giardini e garage, pronti a esplodere in un futuro incerto.