(Bbc) Queste salse rappresentano solo una parte dell’universo gastronomico asiatico, ma sono un ottimo punto di partenza per esplorare nuovi sapori.
Dalla Corea alla Cina, passando per il Giappone e il Sudest Asiatico, le cucine orientali offrono un universo di salse che trasformano ogni piatto in un’esperienza di gusto. Non si tratta solo di sostituire sale e pepe, ma di aggiungere profondità, umami e complessità attraverso ingredienti fermentati, spezie e sapori millenari.
Con fermentazioni secolari e abbinamenti audaci, trasformano ogni piatto in un viaggio culturale. La prossima volta che apriremo la dispensa, potremmo trovarci a Hong Kong, Bangkok o Seoul con un solo cucchiaio.

XO Sauce: lusso di Hong Kong

Nata negli anni ‘70-‘80 a Hong Kong, la XO Sauce deve il suo nome al cognac “extra-old”, simbolo di prestigio. Non contiene alcol, ma un mix di ingredienti pregiati: scaloppe essiccate, gamberi secchi, aglio, peperoncino e zenzero, a volte arricchiti con prosciutto cinese stagionato. Il risultato? Un condimento speziato, affumicato e versatile, perfetto per noodles, frutti di mare al vapore o come base per brasati. Le origini sono dibattute: alcuni la attribuiscono al ristorante Sun Tung Lok, altri allo Spring Moon del Peninsula Hotel.
Salsa di Soia: tra Cina e Giappone

Inventata in Cina 2.200 anni fa, la salsa di soia si è diffusa in tutta l’Asia con varianti regionali. Quella cinese si divide in light (più salata, per cotture rapide) e dark (scura e dolce, ideale per marinature). La versione giapponese, shoyu, bilancia soia e grano per un sapore più delicato, mentre il tamari (senza glutine) deriva dal miso, con un profumo intenso.
Sweet Chilli Sauce: contrasto Thai

Dolce e piccante, questa salsa thailandese a base di peperoncino, aceto di riso e zucchero è un classico per accompagnare fritti (come gli spring rolls) o per glassare carni. Spesso arricchita con aglio e salsa di pesce, la sua consistenza gelatinosa la rende perfetta anche per insaporire padellate.
Oyster Sauce: umami cantonese

Nata da un errore culinario nel 1888, quando Lee Kum Sheung dimenticò una zuppa di ostriche sul fuoco, questa salsa è oggi un pilastro della cucina cinese. Ricca di estratto di ostrica (fino al 40% nelle versioni premium), regala un sapore intenso a stir-fry, salse e verdure. Attenzione alle differenze tra marche: alcune versioni economiche contengono meno ostriche e più addensanti.
Hoisin Sauce: dolce-salato

Nonostante il nome significhi “salsa di mare”, non contiene pesce. A base di pasta di soia fermentata, zucchero e spezie, è usata per il char siu (maiale alla cantonese), l’anatra alla pechinese o come condimento per il pho vietnamita. Attenzione alle ricette online: la versione tradizionale non prevede burro di arachidi.
Black Bean Sauce: antichità fermentata

Con una storia che risale alla dinastia Han (165 a.C.), questa salsa utilizza fagioli neri fermentati, aglio e zenzero. Pungente e sapida, è ideale per saltati in padella o marinature, soprattutto se abbinata a salsa di soia per bilanciarne l’intensità. Esiste anche in versioni aglio-peperoncino.
Gochujang: piccantezza coreana

Pasta di peperoncino fermentato con riso glutinoso e semi di soia, il gochujang è un must della cucina coreana. Si usa per marinare la carne, insaporire zuppe o accompagnare bibimbap e tteokbokki (gnocchi di riso). Ogni marca ha un livello di piccantezza diverso: meglio assaggiare prima di dosare.
Fish Sauce: ingrediente segreto

Usata in tutto il Sudest Asiatico (e persino in Italia come colatura), questa salsa deriva dalla fermentazione di pesce e sale. Nonostante l’odore forte, dona un umami unico a piatti come pad thai, nuoc mam cham (salsa vietnamita) o larb (insalata laotiana). Poche gocce bastano per esaltare sughi, salse e persino pasta.