(Aujourd’hui) Negli ultimi anni, l’Afghanistan è diventato una destinazione turistica insolita e pericolosa per ritorno al potere dei talebani nell’agosto 2021.
Il numero di visitatori stranieri in Afghanistan è aumentato vertiginosamente, passando dai 691 del 2021 ai 6.800 del 2024. Nonostante gli avvertimenti dei governi occidentali sui pericoli di viaggiare nel Paese, un numero crescente di turisti decide di esplorare le montagne, i siti archeologici e le città storiche afghane. Tuttavia, dietro le immagini da cartolina e le promesse di sicurezza garantite dalle agenzie di viaggio, si cela una realtà ben più complessa.
Conscio dell’opportunità economica rappresentata dai viaggiatori stranieri, il governo talebano ha istituito un dipartimento dedicato al turismo. L’obiettivo è migliorare l’immagine dell’Afghanistan, favorire gli scambi culturali e stimolare l’economia locale. Luoghi come Bamiyan, dove vent’anni fa i talebani distrussero i celebri Buddha giganti, sono ora al centro di progetti di riqualificazione turistica.

Sicurezza molto discutibile
Le agenzie di viaggio, spesso gestite da imprenditori stranieri, presentano l’Afghanistan come un Paese sicuro, lontano dagli scenari di guerra del passato. “Non è più una zona di conflitto attiva”, recitano i loro siti web. Alcune pubblicità arrivano persino a sostenere che “il Paese non è mai stato così sicuro”.
Tuttavia, la realtà è ben diversa. Solo nel maggio 2024, un attacco terroristico a Bamiyan ha causato la morte di sei turisti, tra cui tre spagnoli. Gli esperti mettono in guardia: il rischio di rapimenti, attentati e violenze rimane altissimo. Il Ministero degli Affari Esteri francese ha classificato l’Afghanistan come “zona rossa”, sconsigliando qualsiasi tipo di viaggio.

Turismo o complicità politica?
Oltre ai rischi per l’incolumità personale, il turismo in Afghanistan solleva questioni etiche: chi viaggia in Afghanistan finanzia indirettamente un governo che calpesta i diritti umani dicono in molti. Il regime talebano è considerato uno dei più repressivi al mondo, soprattutto nei confronti delle donne, private di istruzione, lavoro e libertà di movimento.
Nonostante ciò, alcuni viaggiatori sembrano ignorare questi aspetti. Influencer e youtuber come la britannica Emma Witters documentano con entusiasmo i loro soggiorni nel Paese, condividendo foto con i talebani armati e descrivendo la loro “ospitalità”. Molti di loro, però, evitano di commentare le condizioni delle donne afghane. “Non faccio politica”, si giustifica Emma.

Un viaggio per pochi e a caro prezzo
Visitare l’Afghanistan non è un’esperienza per tutti. I pacchetti turistici possono costare fino a 3.000 dollari per un soggiorno di nove giorni, senza contare voli e visti. Chi decide di partire deve sottostare a rigidi controlli ai checkpoint e soggiornare in hotel sorvegliati come prigioni.