Trump e il ritorno al carbone

By Paolo Bonanni 11 Aprile 2025 #carbone #trump

(El Pais) Il presidente Usa promette un ritorno al passato, ma il mercato guarda altrove. Il futuro energetico sembra scritto: carbone in caduta libera, rinnovabili e gas in ascesa.

Con il solito repertorio di esagerazioni e argomenti discutibili, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato martedì quattro ordini esecutivi per rivitalizzare l’industria del carbone, il combustibile fossile più inquinante e dannoso per il clima. Circondato da operatori del settore, Trump ha promesso di eliminare restrizioni sull’estrazione del carbone in terreni federali e di allentare i limiti alle emissioni per le centrali termiche.

Un annuncio che riecheggia la fallita promessa del 2017, quando, all’inizio del suo primo mandato, il tycoon garantì una rinascita del settore. Ma i numeri raccontano un’altra storia.

Il declino inarrestabile del carbone

Tra il 2016 e il 2020, la produzione di energia elettrica da carbone negli USA è crollata del 37,6%, secondo il rapporto della società di analisi energetica Ember. Un calo più drastico di quello registrato sotto Barack Obama (–18,1% tra il 2012 e il 2016) e persino Joe Biden (–15,5% dal 2020 al 2024).

Nonostante i proclami di Trump, durante il suo primo mandato sono state chiuse più centrali a carbone che sotto Obama o Biden. Con impianti mediamente vecchi di 43 anni, i costi di manutenzione li rendono sempre meno competitivi rispetto a solare, eolico e gas naturale.

Gas e rinnovabili: i veri vincitori

Il carbone non è stato sostituito da politiche ambientaliste, ma dal gas naturale, diventato la prima fonte energetica statunitense già dal 2015, grazie al boom del fracking. Nel 2024, per la prima volta, eolico e solare hanno superato il carbone nella produzione elettrica nazionale. Trump ha provato a resuscitare il carbone, ma solare, eolico e gas sono ormai più economici. Le sue nuove misure difficilmente cambieranno la situazione.

Il conflitto con petrolio e gas

La scommessa sul carbone rischia di scontrarsi con gli interessi dell’industria del petrolio e del gas, che ha sostenuto Trump. Il crollo dei prezzi del greggio, aggravato dalle guerre commerciali, rende già incerte le prospettive di nuovi investimenti. Intanto, gli USA restano il maggiore esportatore mondiale di gas naturale liquefatto, un primato che il presidente non intende abbandonare.

Il declino del carbone è mondiale: nel 2024 ha generato il 34% dell’elettricità globale, 4 punti in meno rispetto al picco del 2014. Lo scorso anno sono state inaugurate meno centrali a carbone degli ultimi 20 anni, con chiusure record in UE e Regno Unito. Fuori da Cina e India, solo 8 Paesi hanno proposto nuovi impianti.

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