(Les Echos) L’era della fast-fashion cinese a costo zero negli Stati Uniti potrebbe essere giunta al termine dopo l’introduzione dei dazi.
Donald Trump ha deciso di cancellare le esenzioni doganali per i piccoli pacchi provenienti dalla Cina, una mossa che colpisce direttamente i colossi Shein e Temu, accusati di aver inondato il mercato americano con prodotti a bassissimo costo.
Fino a oggi, Shein e Temu hanno sfruttato la regola “de minimis”, che permetteva l’ingresso negli USA di pacchi inferiori a 800 dollari senza dazi. Questo meccanismo ha permesso ai due giganti cinesi di spedire nel 2024 ben 46 miliardi di dollari di merci, secondo stime di Nomura. Ma dal 2 aprile, ogni pacco sarà soggetto a una tassa del 30% sul valore o a un forfait di 25 dollari per articolo (in aumento a 50 dollari dal 1° giugno).
La reazione dei mercati è stata immediata: l’azionista di Temu, Pinduoduo, ha perso il 45% al Nasdaq, mentre Shein, già in difficoltà con il suo piano di quotazione, rischia di vedere crollare le vendite. Tra febbraio e aprile, durante una prima fase di test delle nuove tasse, le vendite di Shein negli USA sono calate fino al 41%, quelle di Temu del 32%.

Una mossa politica o una guerra commerciale?
Trump ha giustificato la decisione come misura contro il traffico di fentanyl, sostenendo che i piccoli pacchi dalla Cina siano usati per contrabbandare droga. Ma è chiaro che l’obiettivo è frenare l’avanzata delle piattaforme cinesi, che hanno stravolto l’e-commerce americano, tradizionalmente dominato da Amazon.
Anche il Vecchio Continente sta reagendo. Temu è sotto inchiesta della Commissione Europea per verificare il rispetto delle norme su sicurezza e qualità dei prodotti. In Francia, Shein e Temu sono ormai tra i siti più visitati, con 18,4 e 15 milioni di utenti mensili rispettivamente. Shein è addirittura diventato il brand di moda preferito dai francesi nel 2024.

Crisi o adattamento?
Shein e Temu dovranno ora rivedere i loro modelli di business, basati su prezzi stracciati e spedizioni ultra-veloci. Se da un lato Trump punta a proteggere il mercato USA, dall’altro i consumatori potrebbero trovarsi di fronte a prezzi più alti e tempi di consegna più lunghi. Intanto, la Cina gioca la sua partita: Pechino accusa Washington di protezionismo, mentre le aziende cercano soluzioni alternative, come l’apertura di hub logistici in Messico per aggirare i dazi.
Questa battaglia doganale segna un punto di svolta per l’e-commerce globale. Shein e Temu hanno rivoluzionato il modo di acquistare, ma ora devono affrontare ostacoli politici e normativi senza precedenti. La domanda è: riusciranno a sopravvivere senza il loro principale vantaggio, il prezzo imbattibile? O il loro dominio è destinato a svanire sotto il peso delle tasse e delle regole?