(Times) Apple TV+ ha appena rilasciato una delle serie più esilaranti e intelligenti dell’anno. Una satira feroce ma affettuosa di Hollywood, Le prime due puntate uscite il 26 marzo. Le altre sono previste per il 2 e il 9 aprile.
“The Studio” dimostra che, nonostante il tramonto del cinema tradizionale, c’è ancora spazio per storie brillanti. Con una scrittura acuta e piena di cuore, Rogen ha creato la commedia più fresca e divertente del 2024. La trama: Hollywood tra arte e business. Rogen interpreta Matt Remick, nuovo capo della fittizia Continental Studios, promosso dal CEO Griffin Mill (un Bryan Cranston semi-psicopatico) con un compito impossibile: produrre film che “la gente paghi per vedere”. Il suo primo progetto? “Kool-Aid the Movie”, un adattamento dell’iconica bevanda, definito da un podcast come “un film stupido basato su una bevanda pessima”.

Gli episodi si autoconcludono
Tra episodi autoconclusivi Remick cerca di conciliare arte e profitto, finendo per convincere Martin Scorsese a dirigere Kool-Aid (con esiti grotteschi), chiedere a Ron Howard di tagliare un film, sabotare (involontariamente) il set di Sarah Polley e perdere una bobina del nuovo film di Olivia Wilde.
Il cast è brillante e riesce a dare un ritratto spietato (ma amorevole) di Hollywood. Accanto a Rogen, spiccano Chase Sui Wonders (l’assistente ingenua e determinata), Ike Barinholtz (l’amico-nemico senza scrupoli), Kathryn Hahn (la capo marketing senza filtro).
“The Studio” si inserisce nella tradizione della “meta-fiction”, dove cinema e TV smontano la propria macchina (come già fecero “Scream” per l’horror o “Ave, César!” dei Coen). Ma qui il rischio è l’eccesso di autoreferenzialità: ogni episodio strapazza Remick con situazioni surreali (un Martin Scorsese in lacrime per le ingiustizie dei studio, un Ron Howard che perde la proverbiale calma), on camei stellari, anche Olivia Wilde in versione diva tirannica.

Satira non cinica con cameo straordinari
Remick è un sognatore maldestro, un cinefilo che crede ancora nel cinema come arte, ma si scontra con un’industria che vuole solo incassi. La serie non è una semplice presa in giro: è una riflessione affettuosa sul declino della vecchia Hollywood, scritta da chi ci lavora da decenni.
Perché è la migliore commedia dell’anno? Perché è una satira tagliente ma non cinica: Rogen non disprezza Hollywood, la ama e la critica con umorismo e nostalgia. In più ci sono guest star incredibili: da Scorsese a Olivia Wilde, i cui camei aggiungono autenticità e ironia.