(Nouvel Obs) Il nome spesso associato a un’immagine di potenza e vitalità, è al centro di numerosi malintesi, abilmente sfruttati dal marketing di celebri bevande energetiche come Red Bull.
Contrariamente alla credenza popolare, la taurina non è estratta dai testicoli dei tori. Il suo nome deriva semplicemente dal fatto che fu isolata per la prima volta nel 1827 dalla bile di un toro. Questa rettifica è chiaramente indicata sul sito di Red Bull, eppure il logo della bevanda, con i suoi due tori rossi in carica, ha contribuito a creare e perpetuare un’aura di “potenza bestiale” attorno a questa molecola.
In realtà, la taurina è un amminoacido che il nostro corpo, così come quello di molti altri animali, produce naturalmente. È presente in quantità maggiori nei tori, ma la sua fama è cresciuta esponenzialmente solo un secolo dopo la sua scoperta, quando ha iniziato a essere consumata attraverso le bevande.

Una storia ricca di leggende
La storia di Red Bull è intrisa di leggende, ma la realtà è meno romanzata. Si narra che nel 1984 Dietrich Mateschitz, un imprenditore austriaco, abbia scoperto il Krating Daeng, una bevanda energizzante a base di taurina, usata dai tassisti e camionisti thailandesi per mantenersi svegli. In realtà, Mateschitz, in viaggio per affari a Hong Kong, scoprì il successo del Lipovitan, una bevanda energetica giapponese a base di taurina, ispirata proprio al Krating Daeng, e intuì il potenziale di mercato.
Nel 1984, Mateschitz e Chaleo Yoovidhya, il proprietario thailandese del Krating Daeng, si accordarono per commercializzare la bevanda al di fuori della Thailandia, dando vita a Red Bull. Il prodotto, adattato ai gusti europei (più gassato e meno dolce), fu lanciato in Austria nel 1987.
I primi test di mercato furono disastrosi a causa del suo sapore quasi medicinale. Paradossalmente, fu un’ondata di divieti a livello europeo, dovuti a preoccupazioni sanitarie per la taurina, a lanciare il prodotto. Red Bull acquisì l’immagine di “bevanda sulfurea”, con presunte proprietà dopanti e afrodisiache, conquistando un pubblico giovanile occidentale che la mescolava con alcol e altre sostanze per le feste. Il marketing astuto di Mateschitz, attraverso sponsorizzazioni negli sport estremi e la creazione di un impero mediatico, ha trasformato Red Bull in un sinonimo di “performance fuori dall’ordinario”.

L’importanza della caffeina
Sebbene sia l’ingrediente principale di Red Bull, è la caffeina, un altro componente chiave fin dalle origini asiatiche della bevanda, a essere responsabile della maggior parte degli effetti che l’immaginario collettivo associa alla taurina. La taurina è un neurotrasmettitore essenziale per le funzioni cardiache, muscolari e digestive, ma non è un energizzante. La sua funzione principale sarebbe piuttosto quella di prolungare l’effetto della caffeina sulla vigilanza e sulla percezione della fatica. In altre parole, la taurina non ci attiva, ma ci fa credere di non essere stanchi.