Statine sotto accusa

By Paolo Bonanni 27 Luglio 2025 #statine

(Epoch Times) Secondo alcune recenti ricerche l’uso prolungato delle statine può accelerare la calcificazione delle arterie e quindi possibili danni al cuore.

Per decenni le statine sono state considerate i “supereroi” nella lotta contro le malattie cardiache, la principale causa di morte negli Stati Uniti e nel mondo. Tuttavia, una revisione scientifica pubblicata su “Clinical Pharmacology” getta un’ombra inquietante su questi farmaci salvavita, suggerendo che l’uso prolungato potrebbe paradossalmente accelerare la calcificazione delle arterie coronarie.

Secondo gli esperti, le statine agirebbero come “tossine mitocondriali”, compromettendo la funzione muscolare del cuore e dei vasi sanguigni attraverso l’impoverimento di nutrienti essenziali. Il primo imputato è il coenzima Q10 (CoQ10), un potente antiossidante fondamentale per la crescita e il mantenimento cellulare.

“Crediamo che molti anni di terapia con statine portino a un graduale accumulo di danni al DNA mitocondriale”, scrivono gli autori della ricerca. Il CoQ10 è vitale per la produzione di ATP, il “carburante” fondamentale delle cellule. Senza sufficiente CoQ10, la produzione di energia cellulare crolla, creando un deficit energetico che potrebbe essere “una delle principali cause di danni al muscolo cardiaco e alle arterie coronarie”.

La connessione tra riduzione dell’ATP e insufficienza cardiaca è stata confermata da uno studio del 2022 pubblicato su “Biophysical Journal”. Ma c’è di più: una ricerca del 2008 su “BioFactors” ha seguito 50 pazienti che assumevano statine, tutti con effetti collaterali come affaticamento e dolori muscolari. Quando hanno interrotto le statine e iniziato a integrare CoQ10 per una media di 22 mesi, la funzione cardiaca è migliorata o si è stabilizzata nella maggioranza dei casi.

Il ruolo della vitamina K

Le statine compromettono anche la produzione di vitamina K, essenziale per gestire la calcificazione. La vitamina K2, in particolare, aiuta a prevenire l’accumulo di placche nell’aterosclerosi e mantiene basso il rischio di calcificazione.

La calcificazione coronarica si verifica quando il calcio si accumula nelle pareti delle arterie che portano ossigeno al cuore. Questo accumulo di placche è un segno precoce di malattia coronarica e può bloccare il flusso sanguigno, scatenando un infarto.

Uno studio del 2021 pubblicato sul “Kaohsiung Journal of Medical Sciences” ha trovato una connessione diretta tra uso di statine, calcificazione delle arterie coronarie e carenza di vitamina K2. I risultati, secondo gli autori, sono “in accordo con le evidenze esistenti sulla associazione positiva tra statine e calcificazione vascolare”.

L’allarme degli esperti

Forse l’aspetto più preoccupante è che “i medici in generale non sono consapevoli che le statine possano causare insufficienza cardiaca e chiaramente non la riconoscono”, avvertono gli autori. Quando diagnosticano l’insufficienza cardiaca in pazienti che assumono statine, di solito la attribuiscono all’età, all’ipertensione o alle malattie arteriose.

Con oltre un milione di ricoveri annui per insufficienza cardiaca negli Stati Uniti, la condizione è spesso definita un’epidemia. Secondo questa ricerca, “la terapia con statine potrebbe essere un fattore che contribuisce in modo significativo” a questo drammatico bilancio.

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