(Bbc) Il colore e la consistenza del muco possono rivelare molto più di quanto si pensi sul nostro stato di salute, sono una finestra su quanto siamo sani.
Quello che spesso consideriamo solo un fastidioso sintomo del raffreddore potrebbe in realtà essere uno strumento diagnostico rivoluzionario. Il muco nasale, secondo le più recenti ricerche scientifiche, si sta rivelando una vera e propria finestra sul nostro stato di salute generale.
Già nell’antica Grecia, Ippocrate aveva intuito l’importanza del muco per la salute umana, considerandolo uno dei quattro “umori” fondamentali. Sebbene le sue teorie sui temperamenti fossero errate, l’intuizione di base non era poi così lontana dalla realtà: il muco gioca effettivamente un ruolo cruciale nel nostro benessere.
Il nostro corpo produce oltre 100 millilitri di muco al giorno, una sostanza gelatinosa che riveste le cavità nasali e funge da barriera protettiva contro batteri, virus, pollini e inquinanti. I bambini tendono a produrne di più perché il loro sistema immunitario sta ancora imparando a gestire l’esposizione agli agenti esterni.

Il codice dei colori
Il colore del muco è come un termometro visivo del nostro stato di salute. Il muco trasparente indica generalmente un’irritazione dovuta a polvere o pollini. Quando diventa bianco, significa che i globuli bianchi stanno combattendo contro un’infezione virale. Il colore giallo-verdastro segnala l’accumulo di globuli bianchi morti dopo una battaglia immunitaria, mentre le sfumature rossastre possono indicare piccole lesioni causate da un eccessivo soffiarsi il naso.
La vera rivoluzione scientifica riguarda però il microbioma del muco nasale, l’ecosistema di batteri, virus e funghi che vivono nelle nostre cavità nasali. Ogni persona ha un microbioma unico, influenzato da sesso, età, dieta e persino dall’uso di sigarette elettroniche.
I ricercatori dell’Università di Oxford stanno sviluppando spray nasali probiotici che potrebbero potenziare la salute del nostro muco, proprio come i probiotici fanno per l’intestino. L’obiettivo è creare una popolazione di “batteri buoni” che impedisca ai patogeni di attecchire e causare malattie.

Trapianti di muco e nuove terapie
In Svezia, i ricercatori hanno già sperimentato i “trapianti di muco”: 22 adulti con sinusite cronica hanno ricevuto per cinque giorni il muco di persone sane, riducendo i sintomi del 40% per tre mesi. Nessun effetto collaterale è stato riportato.
Negli Stati Uniti si utilizza l’analisi del muco per diagnosticare malattie croniche del naso e dei polmoni, evitando biopsie invasive. Questa tecnica permette di identificare rapidamente il trattamento più appropriato per ogni paziente, riducendo costi e tempi di diagnosi.
Le prospettive future sono ancora più ambiziose: i ricercatori stanno sviluppando strumenti per rilevare attraverso il muco asma, cancro ai polmoni, Alzheimer e Parkinson. Persino l’esposizione alle radiazioni e all’inquinamento atmosferico può essere misurata attraverso l’analisi del fluido nasale.