Scarpe “super” per correre velocemente?

(The Economist) L’era moderna della corsa competitiva ha visto una svolta nel 2016, quando Nike ha iniziato a distribuire prototipi di scarpe da allenamento agli atleti d’élite.

Le calzature del 2016, esteticamente simili al modello di punta Nike Zoom Streak 6, celavano una suola dal design rivoluzionario. Non a caso, gli atleti che le indossavano hanno conquistato tutte e tre le medaglie nella maratona olimpica maschile di Rio de Janeiro.

Nel 2017, anche i corridori amatoriali hanno potuto mettere le mani sulle Zoom Vaporfly 4%, le prime vere “super scarpe”, così chiamate per via dei guadagni di efficienza misurati in laboratorio. Queste scarpe seguono uno schema preciso: suole ricurve con una piastra in fibra di carbonio inserita tra strati di schiuma elastica, raggiungendo altezze fino a 40 mm al tallone (il limite massimo per le competizioni, contro i 25-35 mm delle scarpe tradizionali).

Meno ossigeno e fatica

Ma cosa le rende così speciali? I test di laboratorio hanno dimostrato che i corridori amatoriali consumano meno ossigeno e si sentono meno affaticati correndo con queste scarpe rispetto ai modelli standard. Le suole rialzate favoriscono una falcata più ampia, riducendo il numero di passi per chilometro, mentre la base ammortizzata assorbe l’impatto, alleggerendo lo sforzo sui muscoli delle gambe. In sintesi, riducendo l’energia necessaria per mantenere un ritmo normale, le “super scarpe” permettono ai corridori di esprimere più potenza e correre più velocemente.

I risultati parlano chiaro: analizzando i tempi delle 50 maratone maschili più veloci, solo nove sono antecedenti al 2017, mentre per le donne il numero scende a tre. Negli otto anni successivi al lancio delle Nike Vaporfly, il numero di maratone maschili completate sotto le due ore e cinque minuti è triplicato. Prima delle “super scarpe”, solo 26 gare femminili erano state corse in meno di 2:20, mentre nel solo 2024 si sono registrate 35 performance simili. Si stima che queste scarpe high-tech possano far risparmiare agli atleti d’élite tra uno e quattro minuti sul tempo finale della maratona.

Vantaggi del 4-5 per cento

Anche i corridori amatoriali beneficiano di questi vantaggi. Un’analisi del “New York Times” del 2019 ha misurato i guadagni di velocità attribuibili alle Nike Vaporfly (e poi alle Next%), scoprendo che i corridori che indossano queste scarpe completano le gare dal 4% al 5% più velocemente rispetto a chi utilizza scarpe tradizionali. L’analisi ha inoltre rilevato che l’utilizzo di scarpe premium aumenta del 73% le probabilità di stabilire un record personale.

Tuttavia, questa velocità extra ha un costo. Il modello di punta di Adidas, le Pro Evo 1, indossate da Tigst Assefa durante la sua maratona record a Berlino nel 2023, costano 500 dollari e sono commercializzate come scarpe “usa e getta” per una singola gara. Con il passare dei chilometri, infatti, la maggior parte delle “super scarpe” perde rapidamente aderenza e la schiuma della suola si deteriora, smorzando la loro caratteristica elasticità.

Rodare le scarpe

Quindi, qual è la strategia migliore per i corridori che si avvicinano a una gara importante e sono disposti a investire in nuove scarpe? Le “super scarpe” dovrebbero essere “rodate” con circa 20-50 km di utilizzo pre-gara per ridurre il rischio di vesciche e migliorare la performance il giorno della competizione (alcune schiume diventano più elastiche dopo un breve periodo di utilizzo). Acquistare un nuovo paio di scarpe per ogni gara può essere un’abitudine costosa, ma potrebbe valerne la pena per chi è alla disperata ricerca del proprio record personale.

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