(Abc) Una nuova tecnica chirurgica per il cancro riduce drasticamente i rischi di disfunzione erettile.
In occasione del recente Congresso Europeo di Urologia, un team di medici britannici ha presentato una rivoluzionaria tecnica chirurgica che promette di ridurre drasticamente uno degli effetti collaterali più temuti dagli uomini sottoposti a intervento per cancro alla prostata: la disfunzione erettile. Lo studio, pubblicato su “The Lancet”, dimostra che la procedura NeuroSafe raddoppia le possibilità di preservare la funzione sessuale rispetto alla chirurgia tradizionale.
La rimozione della prostata in caso di tumore salva vite, ma spesso comporta conseguenze invalidanti. Secondo i dati, molti pazienti sviluppano incontinenza urinaria o difficoltà a mantenere un’erezione, con un impatto significativo sulla qualità della vita. La chirurgia robotica, come quella eseguita con il sistema Da Vinci, ha già migliorato la precisione degli interventi, riducendo i danni ai nervi circostanti.
Tuttavia, il dilemma per i chirurghi rimane: quanto tessuto asportare per evitare recidive, senza sacrificare inutilmente strutture nervose fondamentali?

Come funziona NeuroSafe?
La nuova tecnica, testata in cinque ospedali britannici sotto la guida dell’NHS University College di Londra, introduce un passaggio cruciale: l’analisi istantanea del tessuto asportato. Durante l’operazione, la prostata viene rimossa preservando il più possibile lo strato esterno, dove passano i nervi responsabili dell’erezione. Le sezioni della ghiandola vengono poi congelate, colorate ed esaminate al microscopio per verificare la presenza di cellule tumorali ai margini.
Se il tumore non invade i bordi, i nervi possono essere preservati senza rischi. Se invece il cancro è avanzato, i chirurghi rimuovono gli strati esterni, sacrificando parte della funzionalità sessuale ma massimando la sicurezza oncologica. Prima, per precauzione, spesso si asportava più tessuto del necessario.

Risultati promettenti
Lo studio ha coinvolto 344 pazienti: il 39% di quelli operati con NeuroSafe ha riportato assenza o lieve disfunzione erettile, contro il 23% della chirurgia standard. Numeri significativi, ma che richiedono ulteriori verifiche. Le evidenze sono ancora limitate. Servono più casi per capire quali pazienti beneficiano davvero e se l’efficacia anticancro rimane invariata”.
In attesa di validazioni più ampie, il congresso ha evidenziato i progressi di altre terapie, come la terapia focale, ideale per tumori localizzati a basso rischio. Questa procedura combina risonanza magnetica e biopsia con fusione di immagini per colpire solo le aree malate, risparmiando i tessuti sani.