Piloti e salute mentale

(mynewsroom.it) Alcuni disastri aerei causati dalla depressione dei piloti ha messo in primo piano il regime di controlli medici cui devono sottoporsi regolarmente.

Dopo aver contratto il Covid nel 2021, il pilota statunitense Chris Finlayson ha iniziato a soffrire di confusione mentale, attacchi di panico e depressione. Costretto a terra dalla sua compagnia aerea, ha cercato aiuto medico: antidepressivi e terapia lo hanno aiutato a stabilizzarsi, ma il ritorno in cabina di pilotaggio si è rivelato un percorso lungo e doloroso. Nonostante fosse in trattamento regolare, la Federal Aviation Administration (FAA) gli ha negato nel 2023 il rinnovo del certificato medico, basandosi anche sulle note della sua terapia in cui parlava di riduzione dell’alcol e difficoltà coniugali, interpretate come possibili campanelli d’allarme.

La storia di Finlayson non è isolata. I piloti commerciali sono sottoposti a controlli psicologici tra i più severi tra le professioni, ancora più rigorosi di quelli per i medici. Chi dichiara condizioni come depressione o ansia rischia la sospensione temporanea, valutazioni psichiatriche, lunghe attese e monitoraggio continuo, anche a trattamento avviato. Il risultato? Un clima di paura e silenzio. “La terapia è diventata una trappola, un modo per raccogliere prove contro di me, non un aiuto per tornare a volare”, racconta Finlayson.

Pochissimi gli esclusi da volare

Le autorità insistono sulla necessità di queste misure per la sicurezza dei passeggeri. La FAA afferma che “incoraggia i piloti a chiedere aiuto”, sottolineando che solo lo 0,1% dei richiedenti con problemi di salute mentale viene effettivamente escluso dal volo. Tuttavia, molti esperti e piloti denunciano che il timore di perdere la licenza dissuade dal cercare cure tempestive. Uno studio su oltre 5.000 piloti negli Stati Uniti e in Canada ha rivelato che più della metà ha evitato cure mediche per paura di perdere lo status di idoneità al volo.

In Francia, un’indagine anonima del 2022 ha mostrato che il 25% dei piloti soffre di ansia, il 13% mostra segni di depressione e oltre il 40% abusa di alcol. Eppure, negli USA, solo 1.600 piloti (su quasi 500.000) volavano nel 2022 con antidepressivi autorizzati. “Molti fingono di stare bene per apparire sempre calmi e controllati, come ci si aspetta da noi”, dice Finlayson, oggi direttore della campagna statunitense per la salute mentale dei piloti.

Alcuni isolati eventi tragici

Eventi tragici come lo schianto del volo Germanwings nel 2015, causato dal copilota Andreas Lubitz, che nascondeva una grave depressione, hanno accentuato l’attenzione su questi temi. Anche casi più recenti, come l’episodio del pilota Joseph Emerson, che nel 2025 ha tentato di spegnere i motori di un aereo in volo dopo aver assunto psilocibina e aver aumentato il consumo di alcol per lutto, sollevano interrogativi. Emerson, ora accusato di aver messo in pericolo 83 passeggeri, oggi guida l’associazione Clear Skies Ahead, che promuove una cultura del benessere nell’aviazione.

In Regno Unito, l’Ente per l’Aviazione Civile (CAA) sospende temporaneamente il certificato medico alla dichiarazione di un problema psicologico. Il ritorno al volo è possibile, ma con restrizioni e farmaci limitati. Tra il 2022 e il 2024, su 48.000 esami medici di primo livello, circa 700 hanno riguardato problemi di salute mentale, tutti accompagnati da sospensione.

La situazione in Italia

In Italia, come nel resto dell’Unione Europea, i controlli medici per i piloti di aereo sono regolati dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) e applicati attraverso l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC). Questi controlli sono tra i più rigorosi tra le professioni, con particolare attenzione alla salute mentale e fisica, al fine di garantire la sicurezza dei voli. I piloti devono possedere un certificato medico aeronautico, rilasciato da medici autorizzati (Aeromedical Examiner – AME).

Esistono tre classi: Classe 1: per piloti commerciali e dell’aviazione di linea. È il più stringente e richiede visite ogni 6 mesi (fino a 40 anni) o ogni 12 mesi dopo i 40 anni. Classe 2: per piloti privati (PPL). Validità di 5 anni sotto i 40 anni, 2 anni dopo. Classe 3: per controllori del traffico aereo.

Controlli psichici e salute mentale

Durante le visite, i piloti vengono sottoposti a una valutazione psichica approfondita. Il medico esamina la stabilità emotiva, la presenza di disturbi come depressione, ansia, disturbi del sonno, l’uso di alcol o sostanze. Chi dichiara un disturbo mentale (es. depressione) non è automaticamente escluso dal volo, ma entra in un percorso di valutazione più stringente. Il pilota viene solitamente sospeso temporaneamente e deve fornire documentazione medica dettagliata, inclusi pareri di psichiatri o psicologi specializzati.

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