Piccoli orti urbani per essere felici

(New York Times) Il segreto del benessere svedese? I “koloniträdgårdar” che offrono natura, cibo fresco e comunità ai cittadini.

In una tiepida mattina di giugno a Stoccolma, Stina Larsson, 98 anni, passeggia tra lillà, gigli e lavanda nel suo giardino affacciato sul canale Karlbergs. Con lo sguardo attento, nota i nasturzi rosicchiati dai conigli e le erbacce da estirpare. Quel fazzoletto di terra – appena 90 metri quadrati – è la sua oasi da oltre 40 anni, uno dei 7.000 koloniträdgårdar della capitale svedese.

Nati come movimento sociale a inizio Novecento, questi orti urbani sono oggi un antidoto alla frenesia metropolitana. Spazi verdi dove scambiare l’asfalto con la terra e il rumore del traffico con il canto degli uccelli. La signora Larsson ha recentemente passato il testimone alle nipoti Ellen e Hedvig, che ora pedalano fino al giardino per annaffiare piante o organizzare picnic. “Qui sembra di essere in campagna in pochi minuti”, racconta Ellen Gustavsson, 33 anni.

Un rifugio con cottage

Molti lotti includono casette rudimentali, spesso dipinte del tipico rosso Falun, dove riporre gli attrezzi o persino pernottare. Quella della famiglia Larsson ha elettricità e acqua fredda, ma l’essenziale è altrove: “Coltivare insieme, divertirsi, staccare dalla città”, spiega Fredrik Björk, storico ambientale dell’Università di Malmö.

Nei primi del ‘900, questi orti erano un’alternativa salutare alla vita operaia, spesso segnata dall’alcol. “Si coltivavano patate invece di bere”, ricorda Björk, seduto nel suo koloniträdgård ad Ärtholmen, fondato negli anni ‘40. Oggi, la scienza conferma i benefici: “Chi frequenta spazi verdi ha meno ansia, dorme meglio e combatte la solitudine”, sottolinea Cecilia Stenfors, psicologa all’Università di Stoccolma. Per gli anziani, come Maja-Lena Säfström, 80 anni, è una terapia: “In giardino ci si muove diversamente, ci si sente vivi”.

La corsa all’orto (con liste d’attesa)

Con il boom tra i giovani, i prezzi sono saliti: alcune casette superano il milione di corone (105.000 dollari). A Stoccolma, però, le tariffe sono controllate per mantenerli accessibili. “Sono un polmone verde e un presidio di biodiversità”, spiega Katrin Holmberg dell’associazione cittadina.

Ma il vero ostacolo è la disponibilità. In tutta la Svezia ci sono 50.000 lotti, ma le richieste sono molte di più. All’Eriksdalslundens Koloniträdgårdsförening, tra i complessi più ambiti, la lista d’attesa conta 1.100 nomi. Bengt e Susanne Kopp hanno aspettato 17 anni prima di ottenere il loro nel 2023.

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