Pétanque je t’aime

(mynewsroom.it) La pétanque torna di moda tra i giovani: sport popolare, lifestyle e convivialità.

A Parigi, nella suggestiva Place Dauphine nel 1° arrondissement, tra risate, birre in mano e patatine portate da amici, un gruppo di ventenni e trentenni si sfida a colpi di boules. È qui che giovani studenti hanno trovato un luogo informale dove rilassarsi dopo le lezioni, socializzare e staccare la spina. Una scena che si ripete ormai quotidianamente in centinaia di città francesi, segnando il ritorno in forze della pétanque tra i giovani.

Il fenomeno non è più marginale: la Federazione francese di pétanque e gioco provenzale (FFPJP) registra oltre 13.000 giovani licenziati, in netta crescita rispetto ai 10.000 del periodo post-Covid. Il totale degli iscritti supera i 308.000, e l’obiettivo è espandere ulteriormente la base giovanile. Ma il vero boom avviene fuori dai club tradizionali. I giovani preferiscono una pratica libera, informale, spesso legata all’aperitivo o a un picnic, lontana dalle rigide regole associative: vogliono giocare per divertirsi, senza obblighi di licenza o orari fissi.

“Piedi piantati”

Nata nei primi anni ’10 del Novecento tra Tolone, Marsiglia e La Ciotat, la pétanque – dal provenzale pè tanca, “piedi piantati” – è stata fin da subito uno sport inclusivo, accessibile a tutti, anche a persone con disabilità o feriti di guerra. Dopo la Seconda guerra mondiale, con l’ascesa del turismo e delle ferie pagate, si diffuse in tutta la Francia. Oggi, rinasce con un volto nuovo: festoso, urbano, social.

La pétanque è un’attività all’aperto, stagionale ma costante, praticata nei boulodromi cittadini, che si stanno moltiplicando. Non si cerca la competizione – troppo rigida – né i bar con campi troppo piccoli. Si vuole solo convivialità.

E proprio questa è la chiave del successo. La pétanque diventa linguaggio universale di incontro, fraternità e intergenerazionalità. Si gioca il 14 luglio, nelle feste di paese, nei matrimoni e negli afterwork aziendali.

Anche in Italia è boom

In Italia, le bocce – cugine strette della pétanque francese – non sono solo uno sport, ma un vero fenomeno sociale radicato nella tradizione, che negli ultimi anni sta vivendo una significativa rinascita, soprattutto tra i giovani e nei contesti urbani. Secondo i dati della Federazione Italiana Bocce (FIB), il numero di praticanti supera le 120.000 unità, con oltre 1.300 società sportive distribuite su tutto il territorio nazionale. Un dato in crescita, soprattutto grazie a politiche di riqualificazione dei bocciodromi e a iniziative che puntano a modernizzare l’immagine dello sport.

A differenza della pétanque, le bocce italiane si giocano su piste più lunghe e regolamentate (generalmente in terra battuta o sintetico), con un lancio in movimento (volo o fondo), e mantengono un forte legame con le comunità locali. Sono uno dei simboli della socialità all’aperto, diffuse soprattutto al Nord – in Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli – ma con una presenza consolidata anche al Centro-Sud, dove spesso si integrano con le feste patronali, i sagrati delle chiese e i parchi pubblici.

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