(El Pais) Le neuroscienze dimostrano che gli ottimisti pensano tutti allo stesso modo, mentre ogni pessimista ha la sua peculiare visione del mondo.
Un’antica massima britannica recita che “le grandi menti pensano allo stesso modo”, ma la replica non si fa attendere: “gli sciocchi raramente differiscono”. Questo dilemma trova oggi una risposta inaspettata nelle neuroscienze, che hanno scoperto qualcosa di sorprendente: tutti gli ottimisti sono uguali, mentre ogni pessimista lo è a modo suo.
La scoperta arriva dal laboratorio del professor Kuniaki Yanagisawa dell’Università di Kobe, in Giappone, che insieme a colleghi di Kyoto, Osaka e La Trobe (Australia) ha pubblicato uno studio rivoluzionario. Utilizzando tecniche di imaging cerebrale su volontari, i ricercatori hanno dimostrato che le persone ottimiste mostrano pattern di attivazione cerebrale simili quando immaginano il futuro, mentre i pessimisti seguono ciascuno percorsi neurali del tutto individuali.

Il cervello degli ottimisti
La regione chiave identificata è la corteccia prefrontale mediale, situata proprio dietro la fronte. Si tratta dell’area cerebrale che più si è sviluppata durante l’evoluzione degli ominidi e l’ultima a maturare durante lo sviluppo di bambini e adolescenti. Se esiste una zona che può essere considerata specificamente umana, è proprio questa.
I risultati mostrano che il cervello degli ottimisti distingue chiaramente tra aspettative positive e negative sul futuro. Per i pessimisti, invece, questa differenza risulta molto più sfumata, come se operassero in una zona grigia dell’emotività dove le distinzioni sono meno nette.
La scoperta riecheggia sorprendentemente l’incipit di “Anna Karenina” di Lev Tolstoj: “Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ognuna delle famiglie infelici è infelice a modo suo”. Le neuroscienze confermano così l’intuizione del genio letterario russo: l’infelicità, come il pessimismo, richiede una forma di creatività individuale, una “geometria” emotiva unica che non può essere semplicemente assorbita dall’ambiente culturale circostante.

Questione di salute
L’ottimismo si conferma un potente fattore protettivo per la salute mentale e fisica. Gli studi precedenti avevano già suggerito il valore adattivo delle aspettative positive, e questa ricerca ne chiarisce i meccanismi neurobiologici.
I pessimisti spesso si difendono affermando di non essere tali, ma semplicemente “realisti”. Tuttavia, la ricerca dimostra che le nostre aspettative sul futuro dipendono molto più dalle nostre predisposizioni emotive che da calcoli razionali.
Se essere ottimisti fa bene alla salute, l’unica cosa che possiamo fare è “scegliere molto bene i nostri genitori”: genetica e ambiente familiare giocano un ruolo fondamentale nel plasmare il nostro approccio alla vita.