Opulomania è la dipendenza dei super-ricchi

(Times) Comprare senza sosta è un sintomo di un malessere più profondo: il denaro non salva dalla solitudine, e il lusso, senza limiti, può diventare una gabbia dorata.

Mentre il mondo affronta crisi economiche e disuguaglianze sociali, tra i super-ricchi si diffonde una nuova forma di malessere: l’opulomania, un’ossessione patologica per il lusso che spinge a comprare auto sportive, yacht, opere d’arte e procedure estetiche costose nel tentativo di colmare un vuoto interiore. A lanciare l’allarme è Tan Gerber, fondatore della clinica di riabilitazione più esclusiva al mondo, Paracelsus Recovery, che ha coniato il termine per descrivere questa dipendenza in crescita tra miliardari e celebrità.

La trappola della dopamina

L’opulomania funziona come qualsiasi altra dipendenza: il piacere non deriva dal possesso, ma dalla ricerca compulsiva dell’acquisto, alimentata da picchi di dopamina: “il primo acquisto eccita, ma poi serve sempre di più per provare la stessa sensazione”. Tra i pazienti di Gerber ci sono ereditieri adolescenti, imprenditori under 30 che hanno fatto fortune troppo in fretta e figli di miliardari cresciuti nella solitudine e nel vuoto affettivo. Un cliente, durante una semplice telefonata, ha comprato un aereo privato in mezz’ora, senza pensarci due volte.

Un problema socialmente accettato (e incoraggiato)

Mentre la tossicodipendenza è stigmatizzata, l’opulomania viene spesso celebrata come simbolo di successo. “Se ti presenti con una nuova Ferrari ogni settimana, la gente ti ammira, non si preoccupa per la tua salute mentale”, osserva Gerber. Eppure, le conseguenze sono gravi: depressione, esaurimento e un senso di insoddisfazione cronica.

Paracelsus Recovery offre un trattamento su misura per questa élite sofferente: massimo tre pazienti alla volta, in suite di lusso con chef, maggiordomi e terapisti disponibili 24 ore su 24. Alcuni clienti fanno ridipingere le pareti della loro stanza durante la degenza, altri portano lo staff a vivere con loro per mesi. La terapia combina neuroscienze, mindfulness e un’analisi profonda delle motivazioni alla base degli acquisti compulsivi.

Il paradosso della ricchezza

“Contrariamente a quanto si crede, i miliardari hanno meno probabilità di essere felici rispetto alla persona media”, sostiene Gerber. La mancanza di uno scopo, la noia e l’isolamento li rendono vulnerabili a comportamenti autodistruttivi. Eppure, le risorse sprecate in beni superflui potrebbero cambiare il mondo: “Il costo di uno yacht inutile potrebbe migliorare migliaia di vite se destinato alla beneficenza”.

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