(Le Monde) La controversa figura nel conflitto curdo ha chiesto al Partito dei lavoratori del Kurdistan di abbandonare le armi. Un tradimento?
“Tutti i gruppi devono abbandonare le armi, il Pkk deve sciogliersi”: lo ha chiesto Abdullah Ocalan, fondatore e capo del Partito dei lavoratori del Kurdistan, con un messaggio che è stato letto durante una conferenza stampa a Istanbul. A diffondere la comunicazione sono stati deputati di Dem, terza forza nel parlamento della Turchia, dopo aver incontrato Ocalan nel carcere dell’isola di Imrali, nel mar di Marmara, dove è detenuto dal 1999.
Pkk è l’acronimo per Partiya Karkerén Kurdistan. Fondata nel 1978, l’organizzazione è allo stesso tempo politica e militare. Le sue basi sono concentrate soprattutto nel sud-est della Turchia e nel nord dell’Iraq a maggioranza curda.

Venti anni in prigione
Ocalan, leader fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), rimane una figura centrale e controversa nel conflitto curdo-turco. Arrestato nel 1999 in Kenya dai servizi segreti turchi, è stato detenuto nell’isola-prigione di İmralı, nel Mar di Marmara, per oltre due decenni. Nonostante l’isolamento, ha continuato a influenzare il dibattito politico sulla questione curda.
Nato il 4 aprile 1949 nel villaggio curdo di Omerli, in Turchia, Ocalan proviene da una famiglia con un’identità culturale mista, con un padre curdo e una madre turca. Durante gli anni della scuola, si è confrontato con le difficoltà legate alla sua identità curda, sviluppando una crescente consapevolezza politica. Dopo un breve interesse per il marxismo, Ocalan si è avvicinato al nazionalismo turco, ma ha poi abbracciato una visione rivoluzionaria che lo ha portato a fondare il PKK nel 1978.

Ferreo controllo del partito
Il PKK, inizialmente un piccolo gruppo di attivisti, è rapidamente cresciuto, adottando la lotta armata per ottenere l’autonomia curda. Ocalan, soprannominato “Apo” (zio) dai suoi sostenitori, ha guidato il movimento con un controllo ferreo, promuovendo un’ideologia che combinava marxismo e nazionalismo curdo. Negli anni ’80, il PKK ha intensificato gli attacchi contro obiettivi turchi, portando a una repressione violenta da parte dello stato turco.
Ocalan ha trascorso gran parte degli anni ’80 e ’90 in esilio, principalmente in Siria, dove ha continuato a dirigere il PKK. Durante questo periodo, ha sviluppato l’Accademia Mahsum Korkmaz, un centro di addestramento militare e ideologico per i combattenti del PKK. Tuttavia, la sua leadership è stata caratterizzata da ambiguità e contraddizioni, con Ocalan che oscillava tra la difesa della lotta armata e l’apertura al dialogo.

La ricerca di una soluzione politica
L’arresto di Ocalan nel 1999 ha segnato una svolta nel conflitto. Condannato a morte, la sua pena è stata commutata in ergastolo dopo l’abolizione della pena capitale in Turchia. Nonostante la detenzione, Ocalan ha continuato a influenzare il PKK, spingendo per una transizione dalla lotta armata a una soluzione politica. Nel 2013, ha giocato un ruolo chiave nel processo di pace tra il PKK e lo stato turco, che però è collassato nel 2015. Alcuni lo vedono come un leader visionario, mentre altri lo considerano un dittatore.