(Washington Post) Con il Nociometro il dolore smetterà di essere un mistero soggettivo e diventerà un parametro vitale misurabile, come la pressione sanguigna.
Per decenni, i medici hanno affidato la valutazione del dolore a scale soggettive, chiedendo ai pazienti di assegnare un numero da 0 a 10 alla loro sofferenza. Ma cosa succede quando il paziente è un bambino, una persona con disabilità comunicative o qualcuno la cui sofferenza viene sistematicamente sottovalutata? La risposta potrebbe arrivare da una nuova generazione di strumenti biomedici, tra cui il Nociometro, un dispositivo rivoluzionario che promette di quantificare il dolore con precisione scientifica.
Madison Evans, oggi trentunenne, ha vissuto con dolori pelvici debilitanti dall’adolescenza. I medici le ripetevano che sarebbe “guarita da sola”, ignorando la sua agonia. Solo dopo 15 anni le è stata diagnosticata l’endometriosi, una condizione che colpisce milioni di donne. La sua storia non è unica: studi dimostrano che donne, minoranze e bambini spesso vedono il loro dolore sminuito a causa di pregiudizi inconsci.

Una fase di sperimentazione
“Chiedere a un paziente di valutare il proprio dolore è come misurare la febbre senza un termometro”: il Nociometro, attualmente in fase di sperimentazione clinica, mira a misurare il dolore analizzando le risposte delle fibre nervose e la dilatazione pupillare, eliminando l’ambiguità delle autovalutazioni. Vengono stimolati tre tipi di fibre nervose (quelle che trasmettono dolore acuto, bruciore e pressione) con una lieve corrente elettrica, senza causare disagio. Un sensore registra poi la reazione delle pupille, collegate direttamente ai centri cerebrali del dolore.

La scienza dietro il Nociometro
Gli studi in partenza valuteranno l’efficacia del dispositivo in casi di dolore post-operatorio, lupus e neuropatie, con l’obiettivo di arrivare sul mercato entro cinque anni. Il prezzo stimato? Tra i 10.000 e i 15.000 dollari.
Parallelamente, altri team lavorano su esami del sangue e dispositivi indossabili. Adam Kepecs, neuroscienziato alla Washington University, sta sviluppando un test ematico per l’endometriosi, analizzando molecole legate al dolore. Intanto, Sameer Sonkesale della Tufts University sta testando un cerotto con microaghi che preleva fluidi interstiziali, mentre Wei Gao del Caltech progetta un sensore da polso che analizza il sudore che contiene ormoni e proteine correlati al dolore, come il cortisolo.