L’Italia e l’overtourism

(mynewsroom.it) L’Europa è  sotto l’assedio turistico che soffoca le città e la sfida per il nostro Paese è un equilibrio sostenibile tra la valorizzazione del patrimonio e la tutela della vivibilità per i residenti.

L’Europa meridionale è in rivolta contro il turismo di massa. Sempre più spesso migliaia di cittadini scendono in piazza da Barcellona a Venezia, da Palma di Maiorca alle Canarie, brandendo pistole ad acqua come simbolo di protesta contro la “turistificazione” selvaggia che sta trasformando le loro città in parchi a tema.

I numeri parlano chiaro: l’Europa ha registrato 747 milioni di arrivi turistici internazionali nel 2024, quasi il doppio rispetto ai 416 milioni del 2005. La Spagna ha visto crescere i visitatori stranieri da 65 a 94 milioni in dieci anni, mentre la Grecia è passata da 22 a 36 milioni. Anche Parigi, con “soli” 22,6 milioni di turisti stranieri, deve assorbire 10.000 visitatori aggiuntivi al giorno. E per una città d’arte come Venezia, Firenze e Roma si arriva a 20 milioni

Il turismo “mordi e fuggi”

Dietro questa crescita esplosiva ci sono diversi fattori: lo sviluppo economico globale che permette a più persone di viaggiare, l’espansione di Airbnb e delle compagnie low-cost, l’influenza dei social media e la digitalizzazione delle prenotazioni. La pandemia ha accelerato il fenomeno: le persone hanno preso coscienza della fragilità della vita e dell’importanza di vivere il momento presente.

Se da un lato il turismo genera ricchezza economica, dall’altro crea conflitti sempre più accesi con i residenti. Il principale detonatore è l’esplosione dei prezzi immobiliari: a Barcellona gli affitti sono aumentati del 68% dal 2014, spingendo gli abitanti fuori dalle proprie città.

A Lisbona nel mitico quartiere Bairro Alto gli anziani si ritrovano soli in palazzi diventati interamente Airbnb, la manutenzione delle parti comuni non è più garantita e i residenti non vogliono traslocare.

Verso nuove regolamentazioni

Le amministrazioni locali stanno iniziando a reagire. Amsterdam ha vietato la costruzione di nuovi hotel e fissato un tetto massimo di pernottamenti annui, con l’obiettivo dichiarato di ridurre il numero di turisti. Barcellona ha annunciato l’eliminazione di 10.000 appartamenti Airbnb entro il 2028, mentre Dubrovnik ha drasticamente ridotto gli scali delle navi da crociera.

In Francia, la legge Le Meur del novembre 2024 ha dato ai comuni nuovi strumenti per regolamentare gli affitti turistici, anche se con mezzi limitati per controllare quelli illegali.

Le città sotto pressione

A Milano, da mesi i cittadini hanno creato una mappatura dal basso delle keybox, le scatole contenenti le chiavi degli appartamenti dedicati ai turisti, marcandole con adesivi lilla e gialli. Le proteste contro il turismo si diffondono in tutta Italia (e ottengono i primi risultati). A Roma il

numero di persone presenti quotidianamente nel centro, considerando residenti, studenti, lavoratori e turisti, supera le 21mila per km², dieci volte la densità del resto del Comune. E il Giubileo si avvicina…

Firenze non se la passa meglio: il centro storico che attrae turisti da tutto il mondo, è grande appena 5 chilometri quadrati. Nel 2023 il flusso di visitatori, escludendo chi compie visite in giornata, è stato di 10,5 milioni di persone.

Le contromisure

Di fronte a questa emergenza, le amministrazioni italiane stanno correndo ai ripari. Venezia ha fatto da apripista: Dopo l’introduzione sperimentale del biglietto d’ingresso da 5 euro nel 2024 per i visitatori giornalieri nei weekend e nei ponti primaverili, l’amministrazione comunale ha esteso la misura per tutto il mese di luglio 2025, con possibili ulteriori proroghe ad agosto. Il ticket è obbligatorio per chi entra in città senza soggiornare e l’accesso è regolato tramite prenotazione online. L’obiettivo è disincentivare il turismo “mordi e fuggi”.

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