(El Pais) Tra innovazione ed etica, la sfida è trovare un equilibrio: come sfruttare il potenziale terapeutico dell’IA senza consegnare strumenti letali nelle mani sbagliate.
L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando la biologia, ma con progressi arrivano anche pericoli inediti. Uno dei più inquietanti? La possibilità di progettare armi biologiche con pochi click. Mentre scienziati come Demis Hassabis e David Baker – premiati con il Nobel per la Chimica 2023 – celebrano i successi dell’IA nella modellazione e creazione di proteine artificiali, cresce l’allarme per il potenziale uso malevolo di queste tecnologie.
Alphafold, il sistema di Google DeepMind, ha reso possibile prevedere la struttura delle proteine partendo dalla loro sequenza genetica. Baker, invece, ha sviluppato strumenti computazionali per progettare proteine mai esistite in natura, utili per vaccini o enzimi mangia-plastica. Ma la stessa tecnologia potrebbe essere sfruttata per creare tossine letali o agenti patogeni.

Proteine pericolose
Come sottolinea uno studio su “Nature Biotechnology” firmato da Mengdi Wang (Princeton) e George Church (Harvard), l’IA democratizza la biologia molecolare, abbattendo barriere tecniche. Un vantaggio per la ricerca, ma un rischio per la sicurezza: oggi, con modelli come RFdiffusion o ProGen, chiunque potrebbe generare proteine pericolose in pochi secondi.
Per prevenire abusi, il team propone soluzioni innovative:
FoldMark: una “filigrana digitale” incorporata nelle proteine sintetiche, che ne traccia l’origine senza alterarne la funzione.
Unlearning: tecniche per far “dimenticare” all’IA i modelli legati a patogeni esistenti, riducendo la capacità di progettare armi biologiche.
Anti-jailbreaking: algoritmi che bloccano richieste sospette, combinati con sistemi di monitoraggio automatico per segnalare attività illegali.

Scetticismo e urgenza
Nessun caso concreto di armi bio-progettate dall’IA è ancora emerso, ma esperti come Church – noto per posizioni audaci, come il sostegno all’editing genetico umano – sollecitano regole preventive. Il dibattito sulla regolamentazione dell’IA si è finora concentrato su disinformazione e privacy, ma le armi biologiche rappresentano una minaccia tangibile. Con Silicon Valley divisa. La partita, avvertono gli scienziati, è appena iniziata.