(Financial Times) Tra fiction e realtà, i thriller politici tornano di moda (“Hostage” il 21 agosto su Netflix), mostrando leader vulnerabili, sistemi democratici fragili e il potere trasformato in campo di battaglia personale.

Negli ultimi anni, il genere del thriller politico è tornato prepotentemente alla ribalta, riflettendo un’epoca di instabilità, sfiducia nelle istituzioni e tensioni globali. Serie e film recenti dipingono un mondo in cui le democrazie occidentali, sia sullo schermo che nella realtà, appaiono fragili, esposte a minacce interne ed esterne. Da Viola Davis in “G20”, presidente Usa con passato militare costretta a fronteggiare cospirazioni, deepfake e violenza durante un vertice internazionale, a John Cena in “Capi di stato in fuga”, ex star dell’azione diventata presidente che insieme al premier britannico (Idris Elba) difende Air Force One da un attacco, il messaggio è chiaro: i leader politici sono in prima linea, spesso soli, di fronte al caos.
Media e populismo


Anche la televisione abbraccia questa tendenza. In “Zero Day” su Netflix, Robert De Niro interpreta un ex presidente chiamato a sventare un attacco informatico devastante. In “The Diplomat”, invece, la morte del presidente in carica (Michael McKean) in mezzo a una trama di alleanze tradite lascia il potere ad Alison Janney, vicepresidente ambiziosa e scaltra. La manipolazione dei social media, le teorie del complotto e il populismo sono armi potenti, e il thriller politico ne esplora le conseguenze.

Il thriller politico non è certo una novità (“Il candidato della Manchuria”) ma questa nuova ondata si distingue per un tratto emotivo più profondo. I leader hanno matrimoni in crisi, figli ribelli, emozioni fragili. In un’epoca di cinismo verso la classe politica, renderli umani è un modo per ridare senso al potere.
E ora “Hostage”

Ora si aggiunge “Hostage”, nuova serie Netflix (uscita il 21 agosto) che inserisce il thriller politico nel cuore del Regno Unito, con Suranne Jones nei panni di una premier già alle prese con una crisi del Servizio Sanitario Nazionale quando la sua stessa famiglia viene presa di mira da forze oscure.
“Hostage” non è solo una storia di potere e sicurezza nazionale, ma un racconto intimo, in cui la politica si intreccia con la vita privata. Oggi gli spettatori sono affascinati dall’idea che i politici siano esseri umani. Le loro decisioni non riguardano solo bilanci o trattati: possono causare crisi finanziarie o perdite di vite umane. A differenza del passato, in cui i leader seguivano rigidi copioni, ora è plausibile che un capo di Stato, durante un’intervista in diretta, cambi improvvisamente rotta, lanciando una bomba mediatica per ottenere consenso sui social.