Le serie TV fanno tremare Kim Jong-un

(Courrier international) Dalle condanne a morte alle storie di libertà: come le serie sudcoreane stanno cambiando la percezione della realtà in Corea del Nord, nonostante la repressione.

In Corea del Nord, guardare una serie televisiva può costare la vita. Questo è il rischio che molti nordcoreani corrono per accedere a contenuti provenienti dal Sud, come i K-drama, vietati dal regime di Pyongyang. Oltre l’80% dei disertori nordcoreani ha ammesso di aver visto serie sud-coreane prima di fuggire dal Paese, rivelando l’impatto di questi contenuti sulla percezione della realtà al di là della propaganda ufficiale.

Nel 2020, il governo nordcoreano ha introdotto la “Legge contro il pensiero reazionario”, che vieta rigorosamente la diffusione e il consumo di materiali culturali sud-coreani, classificati come “degenerati”. Le pene per chi viola questa legge sono severe: dai lavori forzati alla detenzione nei campi di prigionia, fino alla condanna a morte.

Un caso emblematico è quello di un contadino di 22 anni giustiziato nel 2022 per aver ascoltato 70 canzoni e guardato tre film sud-coreani, condivisi con amici. Nonostante la repressione, i K-drama continuano a circolare clandestinamente, spesso tramite chiavette USB o schede SD contrabbandate dalla Cina.

L’attrattiva dei K-drama

Cosa spinge i nordcoreani a rischiare la vita per guardare queste serie? La risposta risiede nel contrasto tra la narrazione del regime e la realtà mostrata dai drammi sud-coreani. Mentre i film nordcoreani, come Una rosa nella neve, promuovono valori di sacrificio per lo Stato, i K-drama presentano storie di amore, successo personale e libertà individuale.

Ad esempio, “Crash Landing on You”, popolare anche tra i nordcoreani, racconta la storia di un’ereditiera sud-coreana che, accidentalmente, finisce oltre il confine e viene aiutata da un soldato nordcoreano. La serie offre uno sguardo su un mondo dove le strade sono piene di auto, i pasti sono abbondanti e le persone esprimono liberamente i propri sentimenti.

Una finestra su un’altra vita

Per molti nordcoreani, queste serie non sono solo intrattenimento, ma una finestra su una vita inimmaginabile. Kang Gyu-ti, una disertrice fuggita nel 2023, ha raccontato come la serie Mary Stayed Out All Night (2012) le abbia dato la forza di affrontare le avversità. La protagonista, Chun Hae-Joo, diventa un’architetta navale nonostante le difficoltà, un messaggio di speranza per chi vive sotto un regime oppressivo.

Kim Jong-un considera i K-drama una minaccia perché minano la narrativa ufficiale, che dipinge la Corea del Sud come un paese impoverito e violento. Le serie, con le loro ambientazioni lussuose e storie di successo, smontano questa propaganda, mostrando una realtà più attraente. Anche dettagli apparentemente banali, come la varietà di acconciature o la libertà di espressione, lasciano un’impronta profonda negli spettatori nordcoreani.

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