Le “arti oscure” del tennis

(New York Times) Pause mediche, bagni strategici e il sapiente uso cronometro nel servizio sono alcuni “trucchi” che vediamo anche a Wimbledon.

In ogni sport esistono zone grigie che alcuni atleti sfruttano con astuzia, senza infrangere apertamente le regole ma spingendole al limite. È il cosiddetto “gamesmanship”, quell’insieme di “arti oscure” che mirano a spezzare il ritmo e innervosire l’avversario. Il tennis, da sempre, ne offre un ampio repertorio: dalle pause mediche ai cambi racchetta, dai lunghi rituali prima del servizio ai famigerati toilet break.

A Wimbledon, Laura Siegemund incarna perfettamente questa tradizione. A 37 anni, la tedesca è arrivata per la prima volta ai quarti con Aryna Sabalenka, numero uno del mondo. Siegemund è nota per il suo stile di gioco fatto di slice, palle corte e variazioni, ma anche per i suoi comportamenti in campo che irritano molti rivali. Nel match contro Solana Sierra, ad esempio, si è presentata in ritardo di cinque minuti, lasciando l’avversaria ad aspettare e aumentando la tensione. Durante la partita, ha preso tutto il tempo possibile tra un punto e l’altro, ha interrotto la routine di servizio e ha cambiato racchetta più volte.

Non è una novità: già nel 2018 Naomi Osaka aveva detto che parte del gioco di Siegemund è capire come far innervosire l’avversaria. Lei stessa, laureata in psicologia, ammette di avere “abitudini strane”, ma nega che siano parte di un piano deliberato per disturbare. “Sono sempre stata lenta – spiega – lo faccio per me stessa, non contro qualcuno, anche se può portare a scontri.”

Quanti esempi…

Ma il tennis è pieno di esempi simili. Robin Soderling, contro Rafael Nadal, imitò i suoi rituali e lo batté poi al Roland Garros. Lukáš Rosol buttò giù le bottigliette di Nadal a Wimbledon. Maria Sharapova si lamentò sarcasticamente di un MTO di Ana Ivanovic. Andy Murray definì “una sciocchezza” la lunga pausa bagno di Stefanos Tsitsipas agli US Open 2021, dicendo di aver “perso il rispetto” per lui.

Le pause mediche (MTO) e i toilet break sono tra le armi più controverse: possono essere usati per spezzare il ritmo dell’avversario nei momenti chiave, pur restando nei limiti del regolamento. Lo sa bene Siegemund, che contro Paula Badosa si prese prima una pausa bagno di 11 minuti, poi un MTO di 14 minuti. Episodi simili hanno visto protagonisti anche Emma Raducanu, disturbata da un cambio scarpe di Zheng Qinwen, o Mirra Andreeva infastidita da una pausa di Amanda Anisimova.

Il cronometro e i rimbalzi

Il cronometro del servizio ha cercato di frenare certi abusi, ma resta scoperto tra prima e seconda battuta: così Cameron Norrie e Nicolás Jarry si sono sfidati a chi faceva più rimbalzi della palla in un match diventato quasi una gara di nervi.

Le “arti oscure” includono anche colpire l’avversario da vicino (“tubing”), muoversi prima del colpo decisivo, o urlare e battere le mani per distrarre. Sabalenka stessa è stata criticata per i suoi grugniti prolungati.

Alla fine, come diceva Soderling, “bisogna far capire all’avversario che ci credi davvero”. In un tennis spesso troppo rispettoso verso i campioni, queste tattiche restano un’arma per chi osa sfidare le gerarchie.

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