(mynewsroom.it) La follia per i Labubu, piccole figurine da collezione nate in Cina, sta conquistando il mondo, sollevando interrogativi su una generazione che sembra non voler crescere.
Le Labubu, bambole da collezione di peluche, dall’aspetto malizioso e con denti aguzzi hanno scatenato una frenesia globale, un mercato di rivendita gonfiato e persino risse tra acquirenti disperati di metterci le mani sopra. I fan hanno fatto crollare il sito web di Pop Mart, il rivenditore cinese che le vende, e si sono messi in coda nei negozi nelle prime ore del mattino. Per gli acquirenti sfortunati, esiste una versione contraffatta chiamata Lafufu. A un’asta di Pechino, una Labubu a grandezza naturale è stato venduta per oltre $170.000.
Nate nel 2015 dall’immaginazione dell’artista di Hong Kong Kasing Lung , le figurine Labubu sono state catapultate sulla scena mondiale da Pop Mart, un’azienda cinese specializzata in edizioni limitate vendute in “blind box”. Nonostante il loro aspetto che a prima vista potrebbe sembrare un “mix sfortunato tra un peluche, un Gremlins e un coniglio sotto LSD” , le Labubu stanno affascinando influencer e collezionisti.

Tanto marketing
Grazie a una strategia di marketing mirata e a un universo visivo ipercodificato, Pop Mart è diventato un colosso nel settore dei giocattoli di design e un gigante in borsa, con le sue azioni che hanno registrato un aumento di oltre il 600% in un anno.
Incarnando un mix di grottesco e adorabile, queste figure rappresentano una tendenza di giocattoli che fondono nostalgia infantile, collezionismo ossessivo ed estetica pop eccentrica. Esistono in una moltitudine di varianti – pirata, angelo, astronauta, unicorno – ognuna con una propria personalità e, talvolta, un valore speculativo elevato. Le serie rare vengono scambiate a prezzi d’oro sui siti di rivendita, trasformando l’oggetto in un feticcio per intenditori. La loro popolarità è tale che celebrità come Lisa delle Blackpink, Rihanna e Dua Lipa le hanno adottate, contribuendo a farne un accessorio di stile oltre che un giocattolo da collezione.

Oggetto transizionale per adulti
Ma perché questa frenesia per un oggetto di plastica di 12 centimetri? La risposta sta nel fatto che Labubu soddisfa tutti i requisiti del “doudou” (oggetto transizionale) per adulti: un design carino ma leggermente inquietante, un universo narrativo ricco e, soprattutto, un’estetica regressiva ma non sdolcinata. È l’infanzia “remixata” per i grandi.
Il fenomeno Labubu non è isolato. Dagli anni ’80, ogni generazione ha visto passare la sua dose di gadget assurdi, teneri o puramente decorativi, a metà strada tra giocattoli e accessori. Tra questi, spiccano la “calzetta del telefono”, i “collier tattoo”, gli scoubidou.
La calzetta del telefono, popolare tra il 2004 e il 2008, era un piccolo astuccio imbottito per cellulari, che trasformava la tecnologia in un “doudou” personalizzabile. Simbolo della svolta adolescenziale della società connessa, permetteva di stilizzare il proprio rapporto con la tecnologia prima dell’avvento dei social network.
Il collier tattoo, apparso negli anni ’90, era un girocollo elastico nero che imitava un tatuaggio tribale. Venduto a buon mercato, suggeriva una “trasgressione soft”, un confine tra il gioco infantile e il vero gioiello da adulto.
Lo scoubidou, fenomeno collettivo di mezzo secolo fa, ha visto il ritorno del movimento DIY (Do It Yourself). Questi fili in PVC servivano a creare portachiavi e oggetti decorativi, favorendo lo sviluppo globale dei bambini, la motricità fine e le capacità cognitive, oltre a rafforzare il senso di appartenenza e la collaborazione.