(Aujourd’hui) Gli scienziati del CERN sono riusciti a trasformare il piombo in oro in laboratorio, replicando un sogno alchemico secolare.
Per secoli, l’alchimia ha inseguito il sogno di trasformare metalli vili in oro. Una ricerca che ha alimentato leggende e dato vita a figure misteriose, tutte alla ricerca della leggendaria pietra filosofale. Ma ogni tentativo è risultato vano.
Ora, la scienza moderna sembra aver compiuto un passo decisivo in questa direzione. Gli scienziati del CERN, il prestigioso laboratorio di fisica delle particelle situato al confine tra Francia e Svizzera, hanno annunciato di essere riusciti a trasmutare il piombo in oro.

Come è possibile questa trasformazione?
La risposta si trova nel cuore della fisica nucleare. Ogni elemento è composto da particelle ancora più piccole: protoni e neutroni. Il piombo, ad esempio, ne ha rispettivamente 82 e 126. L’oro, invece, ha una composizione molto simile, con 79 protoni e 118 neutroni. In teoria, quindi, per trasformare il piombo in oro basterebbe “semplicemente” togliere 3 protoni al piombo.
In pratica, però, questa operazione è estremamente complessa e richiede strumenti potentissimi. L’oro, tra l’altro, non si forma naturalmente sulla Terra. La sua origine risale a miliardi di anni fa, quando la collisione di stelle di neutroni, eventi cosmici di enorme energia, ha dato vita a questo metallo prezioso, poi disperso nello spazio e giunto sul nostro pianeta attraverso gli asteroidi.
È stato grazie al Large Hadron Collider (LHC), il gigantesco acceleratore di particelle del CERN, che gli scienziati sono riusciti a creare oro artificialmente. In questo anello sotterraneo di 27 chilometri, i nuclei di piombo sono stati accelerati a velocità prossime a quella della luce e fatti collidere tra loro.

Capire l’Universo
“L’idea non era quella di creare oro”, ha spiegato John Jowett, ricercatore del CERN. “Noi cerchiamo di capire meglio l’Universo e la sua creazione. E grazie alle sue proprietà, e in particolare al suo nucleo massiccio, il piombo permette di creare delle ‘goccioline’ della materia primordiale, cioè quella che esisteva nei primissimi istanti dopo il Big Bang. E sapevamo che in questa occasione avremmo forse potuto creare dell’oro. Ed è quello che abbiamo recentemente potuto misurare”, ha continuato il fisico.
Il risultato di queste collisioni ad altissima energia è la formazione di nuclei d’oro. Tuttavia, questi nuclei sono estremamente instabili e si frammentano quasi istantaneamente in altre particelle. Tra il 2015 e il 2018, sono stati prodotti circa 86 miliardi di nuclei d’oro.
Ma la quantità di oro creata è infinitesimale, un milionesimo di un milionesimo di grammo, assolutamente invisibile a occhio nudo e lontanissima da qualsiasi applicazione pratica.