(New York Times) I “monocronici,” preferiscono concentrarsi su un’attività alla volta , i “policronici,” sono più flessibili e multitasking. Da qui il conflitto sui diversi approcci al tempo.
Il concetto di puntualità e la percezione del tempo sono spesso fonte di conflitto nelle relazioni interpersonali, come dimostrano molte storie familiari tra moglie e marito. Mentre per l’uomo le 19:00 per la cena significano “le 19:00 in punto”, per la donna l’orario è spesso solo un’indicazione, un approccio che può portare a litigi continui. Gli esperti spiegano che queste tensioni non riguardano solo la puntualità, ma sono il risultato di modi differenti di relazionarsi con il tempo.
Queste diverse “personalità del tempo” sono state studiate per decenni. Negli anni ’50, l’antropologo Edward T. Hall ha coniato i termini “monocronico” e “policronico” per descrivere gli approcci culturali alla gestione del tempo. Hall notò che nelle società “monocroniche”, come quelle del nord Europa e degli Stati Uniti, le persone tendono a rispettare le scadenze e a completare un’attività prima di iniziarne un’altra. Al contrario, nelle società “policroniche”, come quelle dell’America Latina, dell’Africa e del Medio Oriente (ma anche dei Paesi latini europei), le persone sono più flessibili e meno rigide con gli orari, sentendosi a proprio agio nel passare da un compito all’altro.

Occhio alle interruzioni
Queste categorie non si applicano solo alle culture, ma anche ai singoli individui. Secondo Dawna Ballard, esperta di cronemica dell’Università del Texas, un buon modo per capire il proprio approccio al tempo è osservare come si reagisce alle interruzioni. Chi invia una chiamata a un collega direttamente alla segreteria per non interrompere un compito, è probabilmente una persona “monocronica”. Queste persone vedono il tempo come una serie di attività da spuntare da una lista e tendono a dare la priorità agli impegni rispetto alle relazioni.
Al contrario, le persone “policrone” danno importanza a esperienze e relazioni che non sempre si adattano a un programma predefinito. Un esempio è la signora Kelsh, che ha rimandato un compito di lavoro per fare un’escursione con un cugino in visita, perché “non tutte le scadenze sono veramente urgenti”. Le persone policrone, pur rischiando di arrivare in ritardo, sono disposte a tollerare l’inconveniente pur di coltivare le interazioni sociali.

Vantaggi e svantaggi
Entrambi gli stili hanno vantaggi e svantaggi. I monocronici, come la studiosa Mara Waller, possono concentrarsi intensamente su un compito, completando progetti in modo efficiente. Tuttavia, la loro rigidità può far perdere occasioni impreviste. I policroni, invece, sono avvantaggiati nelle situazioni di multitasking e sono più capaci di affrontare gli imprevisti della vita senza stressarsi. Uno studio del 2023 ha dimostrato che coloro che erano in grado di bilanciare più impegni contemporaneamente si sentivano meno emotivamente esausti. Il rovescio della medaglia è che i policroni possono essere facilmente distratti e avere difficoltà a portare a termine i compiti.
Dawna Ballard afferma che lo stile di gestione del tempo è una preferenza, non un tratto immutabile, e può essere adattato in base alle necessità. Se l’obiettivo è costruire una relazione, è opportuno adottare un approccio policronico. Se l’obiettivo è completare un compito, è meglio essere monocronici per un certo periodo di tempo, evitando le distrazioni.
Per chi è abituato a una programmazione rigida, un consiglio è quello di inserire delle “zone cuscinetto” tra un appuntamento e l’altro per ridurre lo stress in caso di ritardi. Per i puntuali che si frustrano a causa dei ritardi altrui, Ballard suggerisce di portare con sé un libro o del lavoro per non sentire di aver sprecato il proprio tempo. La chiave per una convivenza serena, conclude Ballard, è rimuovere il giudizio e riconoscere che non tutti percepiscono il tempo allo stesso modo.