La pausa pipì al Tour

By Paolo Bonanni 21 Luglio 2025 #pipì Tour

(mynewsroom.it) Svelato un rituale collettivo tra regole e complicità, un aspetto poco noto del ciclismo professionistico.

Durante il Tour de France 2025, un video diventato virale ha mostrato metà del gruppo in fila lungo un campo, intento a una pausa pipì collettiva. L’immagine, ripresa dall’ex ciclista belga Thomas De Gendt, ha suscitato curiosità e ilarità, ma ha anche rivelato un aspetto poco noto del ciclismo professionistico: l’arte di gestire le pause fisiologiche durante una corsa.

Quella ripresa durante la prima tappa nel Nord della Francia non è un’eccezione. Spesso, infatti, i ciclisti approfittano dei primi chilometri per fermarsi, soprattutto dopo aver bevuto abbondantemente prima della partenza. I primi chilometri sono ideali per far entrare il corpo in ritmo e svuotare la vescica. Le condizioni favorevoli, come tragitti iniziali poco tecnici o percorsi lontani dalle aree urbane, facilitano queste soste.

Regole non scritte e rispetto

Le pause pipì non sono casuali: seguono un codice di condotta ben preciso. I ciclisti evitano di fermarsi in zone popolate o sotto gli sguardi del pubblico, preferendo campi, boschi o aree isolate. L’UCI vieta espressamente di urinare in pubblico, con multe salate per i trasgressori. Nel 2023, il danese Jonas Vingegaard, allora maglia gialla, è stato multato per “comportamento sconveniente”, mentre nel 2011 toccò a Thomas Voeckler.

Anche la complicità tra corridori gioca un ruolo cruciale. Durante queste pause, nessuno approfitta per attaccare, e spesso è il leader della classifica a dare il via alla sosta, girandosi come segnale. Se la maglia gialla si ferma, è più probabile che il gruppo si unisca. In alcune tappe, i ciclisti possono fermarsi più volte, ma quando il ritmo si fa serrato, le soste diventano impossibili. In questi casi, alcuni optano per soluzioni estreme, come urinare direttamente nella tuta.

Soluzioni creative e priorità in gara

Quando il percorso attraversa zone abitate, i ciclisti cercano alternative discrete, come i bagni di case private o i camper degli spettatori. Esempi celebri includono il belga Tim Declercq nel 2023 e il francese Arnaud Démare nel 2014.

Verso la fine della tappa, però, la priorità cambia: quando ci si concentra sul finale, si dimentica tutto il resto. E per chi viene selezionato per i controlli antidoping, un bisogno urgente può addirittura essere un vantaggio.

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