La nuova frontiera dello xenotrapianto

(Le Temps) Il trapianto di organi animali in esseri umani potrebbe essere la risposta alla crescente domanda di pazienti desiderosi di accedere a queste terapie innovative.

Negli Stati Uniti, lo xenotrapianto si sta affermando come una potenziale rivoluzione per i pazienti in attesa di donazioni. Il Massachusetts General Hospital di Boston ha recentemente raggiunto un traguardo storico, aprendo nuove speranze per chi soffre di insufficienza d’organo.

Il 25 gennaio è stato eseguito con successo il secondo trapianto di rene di maiale geneticamente modificato su Tim Andrews, 66 anni, in dialisi da due anni. Affetto da insufficienza renale terminale e con un gruppo sanguigno O che lo avrebbe costretto ad attendere fino a cinque anni per un trapianto umano, Andrews ha scelto lo xenotrapianto per migliorare la sua qualità di vita. Dimesso il primo febbraio, il suo nuovo rene funziona regolarmente.

L’organo proveniva da un maiale della razza Yucatan, geneticamente modificato dalla società eGenesis. Attraverso la tecnologia Crispr-Cas9, sono state rimosse le sequenze retrovirali e disattivati geni suini per evitare rigetti, mentre sette geni umani sono stati aggiunti per migliorare la compatibilità immunitaria.

Studi clinici e sfide precedenti

La Food and Drug Administration (FDA) ha recentemente autorizzato eGenesis e United Therapeutics a condurre studi clinici su pazienti con insufficienza renale. United Therapeutics testerà sei pazienti con possibilità di estendere la sperimentazione a cinquanta, mentre eGenesis ne recluterà tre.

Il primo tentativo di MGH risale a marzo 2024 con Richard Slayman, 62 anni, affetto da diabete e ipertensione. Nonostante iniziali segni di rigetto contrastati da immunosoppressori, Slayman è deceduto due mesi dopo per cause cardiache.

Competizione e collaborazione tra centri

La corsa allo xenotrapianto coinvolge diversi centri americani. Alla New York University, il chirurgo Robert Montgomery ha realizzato trapianti pionieristici, prima su pazienti in morte cerebrale e poi su viventi. Lisa Pisano, 54 anni, ha ricevuto un rene suino e una pompa cardiaca nell’aprile 2024, ma l’innesto è stato rimosso dopo 47 giorni. Towana Looney, 53 anni, trapiantata a novembre, è ancora in vita e monitorata nonostante il rischio di rigetto.

Il rene è l’organo più promettente nello xenotrapianto perché in caso di fallimento, la dialisi rimane un’opzione di salvataggio.

Nuovi orizzonti

Gli Stati Uniti non si fermano ai reni. A Philadelphia, nel dicembre 2023, è stato collegato un fegato suino al corpo di un paziente clinicamente morto per tre giorni. Similmente, a Baltimora, studi su una “dialisi epatica” sperimentano la perfusione del sangue umano in fegati di maiale. In Cina, l’ospedale Xijing ha trapiantato un fegato suino per dieci giorni in un paziente in morte cerebrale.

L’Europa appare più cauta: gli ultimi studi significativi risalgono al 2018 in Germania, dove babbuini con cuori di maiale geneticamente modificati sono sopravvissuti fino a due anni e mezzo.

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