(El Mundo): A Madrid ha debuttato il Gait VAR, un chip che rileva infrazioni invisibili all’occhio umano. Verso una marcia più equa e tecnologica.
La marcia entra nell’era tecnologica. Al Gran Premio Internazionale di Madrid, disputato domenica, è stato testato per la prima volta in una competizione ufficiale il Race Walking Electronic Control System (RWECS), ribattezzato “Gait VAR”. Questo sistema innovativo promette di rivoluzionare la disciplina più discussa dell’atletica leggera, storicamente condizionata dal giudizio soggettivo degli arbitri.
A spingere per il cambiamento è Diego García Carrera, olimpionico madrileno, da sempre portavoce della necessità di oggettività nella valutazione tecnica della marcia. “È l’unica disciplina in cui ancora si decide a occhio nudo”, lamenta. Ma ora la tecnologia sembra poter colmare questa lacuna.

Un chip da 15 grammi
Il dispositivo, realizzato da Javier Rosell, professore di ingegneria biomeccanica presso l’Università Politecnica della Catalogna, è un chip di appena 15 grammi che si fissa ai lacci delle scarpe. La sua funzione? Misurare con precisione il tempo in cui ogni piede è in aria, rilevando quei micro-intervalli (tra 0,002 e 0,004 secondi) in cui nessun piede tocca il suolo, una violazione secondo il regolamento della marcia.

È un sistema oggettivo, indipendente dai criteri umani, che restituisce giustizia agli atleti. Il test di Madrid rappresenta un passaggio cruciale: per la prima volta il sistema è stato messo alla prova in un circuito urbano da 1.000 metri, affollato di pubblico e interferenze, insieme alle decisioni dei giudici ufficiali, ma senza influire ancora sul verdetto finale.

Il sensore elimina l’arbitrarietà delle decisioni
Non è il primo tentativo di introdurre tecnologie simili. Un decennio fa Rosell aveva lavorato su un progetto con solette intelligenti, naufragato però a causa della pandemia e della complessità logistica. Il nuovo chip, esterno e più semplice da applicare, sembra avere finalmente le carte in regola per essere adottato da World Athletics, la federazione internazionale.

Il futuro della marcia, dunque, potrebbe passare proprio da questo piccolo sensore. Eliminare la componente arbitraria, ridare credibilità a una disciplina spesso messa in discussione, e garantire la parità di trattamento sono gli obiettivi principali. Con la tecnologia al fianco degli atleti, la marcia potrebbe smettere di essere il bersaglio di battute e critiche, tornando protagonista dell’atletica con piena dignità sportiva.