La “Joyspan” per invecchiare bene?

By Paolo Bonanni 19 Luglio 2025 #joyspan

(New York Times) Il termine significa la capacità di vivere la seconda metà della vita con gioia, significato e pienezza.

Negli ultimi anni abbiamo imparato a familiarizzare con concetti come “life span” (durata della vita) e “health span” (numero di anni vissuti in buona salute). Ora entra in scena la joyspan. Il termine è stato coniato da Kerry Burnight, ex professoressa di medicina geriatrica e gerontologia all’Università della California, Irvine. Nel suo libro in uscita “Joyspan: The Art and Science of Thriving in Life’s Second Half”, Burnight sostiene che non basta vivere a lungo: occorre anche amare la propria vita. Secondo la geriatra, l’invecchiamento non è inevitabilmente una discesa, ma può essere un periodo di fioritura, anche in presenza di malattie o perdite. La differenza sta in come si affrontano le sfide.

Secondo Burnight, chi ha una joyspan ampia riesce a fiorire, nonostante le difficoltà. E per allungarla, propone quattro azioni “non negoziabili”, accessibili a tutti, indipendentemente dall’età o dalla salute: crescere, adattarsi, donare e connettersi.

Curiosità e apprendimento

Crescere significa restare curiosi e mentalmente attivi. Studi dimostrano che l’apprendimento continuo aiuta a mantenere la salute mentale e cognitiva. Si consiglia di stilare una lista delle proprie curiosità — dalla genealogia al tamburo africano — e fissare un “curiosity goal”, un obiettivo per esplorare nuove passioni. Alcune università americane, come quelle della California e dell’Ohio, offrono corsi gratuiti agli over 60. Un esempio? Il fratello della dottoressa, Russ, ha iniziato a fare il supplente nelle scuole a 65 anni per combattere la noia: ora è felice, coinvolto e persino pagato.

Adattarsi è la chiave per affrontare i cambiamenti. La madre di Burnight, 96 anni, ha imparato a usare Instacart per fare la spesa dopo aver smesso di guidare. Sapersi reinventare è fondamentale: c’è chi passa dal running al nuoto dopo un intervento al ginocchio, o chi scopre gli audiolibri quando la vista si indebolisce. L’importante è cambiare prospettiva: focalizzarsi su cosa è migliorato con l’età può rafforzare la resilienza.

Donare e connettersi

Donare è un’altra leva fondamentale della joyspan. Anche piccoli gesti — un consiglio, un’ora di volontariato, una telefonata — possono dare un forte senso di scopo. Che si tratti di aiutare un amico in difficoltà, insegnare qualcosa che si sa fare bene o unirsi a un’iniziativa locale, l’importante è spostare il focus dal ricevere al dare. A chi non sa da dove cominciare, Burnight consiglia il programma “Create the Good” dell’AARP, che abbina volontari a progetti nella propria zona.

Infine, connettersi. Le relazioni sociali sono fondamentali per il benessere mentale e fisico. Burnight ammette che non è facile mettersi in gioco, ma “il costo della connessione è lo sforzo”. Alcuni dei suoi pazienti hanno creato legami attraverso serate di giochi via Zoom, chat durante le serie TV o persino imparando a giocare a Minecraft con i nipoti. Chiedere domande, interessarsi sinceramente agli altri, e fare follow-up sono strategie potenti per coltivare legami autentici.

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