(El Pais) La curiosità è quella scintilla interiore che spinge l’essere umano a esplorare l’ignoto, qualità essenziale per la ricerca e l’apprendimento.
Questa idea è condivisa da menti brillanti come Albert Einstein e Marie Curie, che pensano che la curiosità supera per importanza l’intelligenza e la diligenza, ponendosi come base per ampliare orizzonti e connettere idee. Da Zora Neale Hurston, che definiva la ricerca come “curiosità formalizzata”, a Pema Chödrön, monaca buddhista che invitava a superare la paura grazie a questa spinta, fino a Einstein, che attribuiva il proprio successo a una straordinaria curiosità più che a un’intelligenza superiore, emerge un’immagine chiara: la curiosità è il motore vitale del progresso.

I comportamenti di lettura
Un recente studio guidato da Dani Bassett dell’Università della Pennsylvania e Martin Gerlach della Wikimedia Foundation ha esplorato la curiosità analizzando i comportamenti di lettura di 482.760 utenti dell’app mobile di Wikipedia in 14 lingue e 50 Paesi. I risultati hanno identificato tre profili di curiositàgli esploratori, i cacciatori e i ballerini.
Gli esploratori navigano tra articoli vagamente collegati, mostrando un comportamento dispersivo. I cacciatori, invece, si concentrano su temi specifici, approfondendoli con maggiore coerenza. Infine, i ballerini collegano argomenti apparentemente distanti, in un esercizio creativo volto a generare nuove idee. Questo studio dimostra che la curiosità non si limita all’accumulo di informazioni, ma si manifesta nella capacità di interconnettere conoscenze esistenti con nuove scoperte, favorendo l’innovazione.

Curiosità e istruzione
Un aspetto interessante dello studio riguarda il rapporto tra i profili di curiosità e fattori sociologici come istruzione, equità e benessere. Nei paesi con elevati livelli di istruzione ed equità, prevalgono gli esploratori, mentre in contesti con minore accesso a queste risorse dominano i cacciatori. Inoltre, le preferenze tematiche variano: gli esploratori sono attratti da temi come spazio, arti e biologia, mentre i cacciatori si concentrano su chimica, storia e informatica.
Lo studio critica anche le metriche tradizionali che valutano il successo di un contenuto basandosi esclusivamente sul numero di visite. Più rilevante è studiare come i lettori interagiscono con la rete di conoscenze in cui un articolo è integrato. Questo approccio offre una comprensione più profonda della curiosità e del suo ruolo nell’apprendimento.