La cocaina da rivoluzione medica a droga pericolosa

By Paolo Bonanni 22 Dicembre 2024 #cocaina #freud

(Scientific American) Nel 1800 quando l’oculista viennese Koller la scoprì era solo un anestetico locale che rivoluzionò la chirurgia.

Il supporto di Freud

Alla fine del XIX secolo, la cocaina rappresentava una scoperta rivoluzionaria nel campo della medicina. Isolata chimicamente per la prima volta decenni prima, fu Karl Koller, un giovane oculista di Vienna, a scoprire nel 1884 la sua applicazione come anestetico locale, rivoluzionando la chirurgia. Questa innovazione, resa celebre anche grazie al supporto dell’amico Sigmund Freud, permise per la prima volta interventi chirurgici senza il ricorso a anestetici generali come cloroformio ed etere, notoriamente pericolosi.

In breve tempo, la cocaina divenne sinonimo di progresso tecnologico e scientifico. Per i vittoriani, rappresentava la promessa di una nuova era moderna: un’epoca in cui il dolore poteva essere eliminato e la scienza poteva risolvere ogni problema umano. Questo entusiasmo si tradusse in un boom di prodotti contenenti cocaina, dai tonici per la tosse alle lozioni per i capelli, fino agli spray nasali e alle pastiglie contro il mal di mare. Questi prodotti venivano spesso pubblicizzati come rimedi miracolosi, destinati persino a donne e bambini.

Il lato oscuro

Il crescente utilizzo svelò presto il lato oscuro della cocaina. Gli effetti collaterali, tra cui la dipendenza e il degrado fisico e mentale, iniziarono a emergere. Figure come William Hammond, un noto neurologo dell’epoca, sperimentarono gli effetti della droga su se stessi, riportando sensazioni euforiche iniziali, seguite da crisi debilitanti. La cocaina cominciò così a perdere il suo status di simbolo del progresso per assumere quello di minaccia sociale.

Con l’inizio del XX secolo, l’opinione pubblica iniziò a cambiare drasticamente. La cocaina veniva sempre più associata a fenomeni di abuso e dipendenza, alimentati anche da pregiudizi sociali e razziali. Mentre inizialmente il suo uso era accettabile tra le élite bianche e benestanti, quando si diffuse tra le classi meno abbienti e le comunità di colore, fu rapidamente stigmatizzato. Articoli sensazionalistici descrivevano gli effetti della cocaina come pericolosi e destabilizzanti, rafforzando la necessità di controllarne l’uso.

E poi arrivarono le leggi

Le prime leggi restrittive arrivarono durante la Prima Guerra Mondiale. In Gran Bretagna, il Defence of the Realm Act del 1916 limitò la vendita della cocaina a personale medico autorizzato. Nel 1920, il Dangerous Drugs Act consolidò ulteriormente queste restrizioni, segnando una svolta verso la criminalizzazione della sostanza. Negli Stati Uniti e altrove, politiche simili furono influenzate da ansie sociali, razziste e morali.

Parallelamente, la cocaina entrò nell’immaginario collettivo attraverso figure come Sherlock Holmes, che nei romanzi di Arthur Conan Doyle utilizzava una soluzione al 7% di cocaina. Inizialmente vista come un tratto moderno e brillante del personaggio, questa abitudine fu successivamente eliminata da Doyle, riflettendo il crescente allarme verso la droga.

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