La Cina scommette sui robot umanoidi

(China Daily) Dalle passerelle ai reparti produttivi, gli umanoidi di UBTech stanno trasformando le fabbriche cinesi. Con abilità sempre maggiori e l’obiettivo di una produzione su larga scala.

Nelle avveniristiche fabbriche intelligenti cinesi una nuova generazione di lavoratori sta silenziosamente rivoluzionando il settore manifatturiero: i robot umanoidi. Alti 172 centimetri e dotati di un elegante rivestimento argentato, i robot Walker S1 di UBTech Robotics si muovono agilmente tra le postazioni di lavoro, smistando materiali, trasportando merci e installando componenti con una precisione sorprendente. Quella che fino a poco tempo fa sembrava una scena da film di fantascienza, è ora una realtà tangibile nelle fabbriche cinesi, dove i robot umanoidi sono passati dall’essere semplici curiosità da laboratorio a veri e propri “dipendenti” a tutti gli effetti.

Dalla danza alla fabbrica

Il percorso di UBTech nel campo degli umanoidi è iniziato ben prima del loro debutto industriale. Nel 2016, i robot dell’azienda stupirono il pubblico durante il Gala del Festival di Primavera cinese con esibizioni di danza acrobatica. Successivamente, sono stati impiegati come guide museali e presentatori di mostre. Il mese scorso, un umanoide di nome Tiangong Ultra ha vinto la prima mezza maratona mondiale per macchine bipedi, dimostrando le loro capacità di movimento e resistenza.

Gli umanoidi rappresentano la forma ultima dell’intelligenza incarnata. Dopo una ricerca durata un decennio, i robot si stanno spostando dalle piste da ballo ai pavimenti delle fabbriche.

Esempi e prospettive

Nella fabbrica Zeekr di Geely, i robot Walker S1 sono impegnati in compiti di assemblaggio, dalla gestione del carico e scarico ai test di qualità, fino al controllo dell’aspetto dei veicoli. Presso lo stabilimento Audi di Changchun il Walker S1 esegue test di tenuta sui condizionatori d’aria delle auto, un ruolo che richiede un’integrazione sensoriale delicata.

Nonostante i progressi, gli umanoidi rimangono per ora “stagisti” nelle fabbriche, e le sfide persistono. Gli esperti sottolineano che i modelli attuali dipendono ancora dalla ricarica periodica assistita dall’uomo e il loro costo elevato ne limita la scalabilità.

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