India per members only

(Bbc) L’ascesa dei club esclusivi: l’India dei nuovi ricchi riscrive le regole dell’élite. Una rivoluzione silenziosa nei club privati.

Per decenni, l’élite indiana ha trovato rifugio nei club privati e gymkhana ereditati dall’epoca coloniale: luoghi riservati ai potenti, dove i membri prendevano decisioni tra partite di golf e sigari, protetti da arredi in mogano e rigide regole di ingresso. Questi circoli storici, spesso accessibili solo grazie a prestigio familiare, appartenenza sociale o titoli onorifici, oggi sono considerati da molti come reliquie di un passato ormai superato.

Con la rapida crescita economica, l’India sta vivendo la nascita di una nuova generazione di ricchi: imprenditori digitali, creativi e self-made men, troppo giovani o “diversi” per entrare negli esclusivi circoli storici. A rispondere a questa domanda è una nuova ondata di club privati dal volto moderno, tra cui spicca la catena internazionale Soho House, già celebre a Londra e ora di successo a Mumbai, dove ha aperto un club con vista mare e servizi di lusso come piscina, palestra e sale proiezioni.

La catena, che presto aprirà sedi anche a Delhi e a sud di Mumbai, si propone come alternativa inclusiva alle vecchie élite: qui non contano lignaggio o status, ma talento, spirito imprenditoriale e creatività. L’obiettivo è offrirsi come hub per fare networking, acquisire nuove competenze e accedere a una comunità di investitori e mentori.

Un modello di esclusività

Questi nuovi club pur abbracciando un ethos moderno e democratico, restano comunque altamente esclusivi. Gli accessi avvengono per invito o referenza e con quote annuali da 320.000 rupie (circa 3.700 dollari), ben oltre la portata della maggior parte della popolazione indiana. Pur rompendo con le chiusure tradizionali verso i creativi – celebri i casi di celebri attori rifiutati nei vecchi club – l’accessibilità resta limitata ai nuovi ricchi urbani. Tra i membri di Soho House, ad esempio, figurano star di Bollywood e giovani imprenditori digitali.

L’offerta non riesce a stare al passo con la domanda. Nei club storici, le liste d’attesa per l’ingresso possono durare anni, mentre l’arrivo dei nuovi club attira sempre più attenzione: secondo uno studio di Axon Developers, il settore cresce di quasi il 10% annuo, sospinto anche dalla pandemia che ha rafforzato il desiderio di spazi privati per l’élite. Oltre a Soho House, sono arrivati operatori come Quorum, BVLD e brand globali come St Regis e Four Seasons, con molte altre aperture previste nei prossimi anni.

Simbolo della nuova disuguaglianza

Questa trasformazione riflette la traiettoria dell’India dagli anni Novanta: liberalizzazione economica, boom della ricchezza privata e un’esplosione dei consumi di lusso in un contesto dove però la maggior parte della popolazione fatica ad accedere a beni e servizi non essenziali. Gli “high-net worth individuals” sono 797.000, destinati a raddoppiare a breve: una minoranza rispetto a 1,4 miliardi di abitanti, ma sufficiente per rendere i luxury club un nuovo simbolo di status.

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