(El Mundo) Santiago de Compostela è invasa da oltre mezzo milione di pellegrini all’anno. Dietro la devozione, cresce il malessere dei residenti: caos, rumori, affitti alle stelle e quartieri svuotati.
Santiago de Compostela vive un paradosso: la sua anima millenaria, alimentata dal Cammino di Santiago, rischia di essere cancellata dal successo stesso che l’ha resa celebre. Ogni anno, mezzo milione di pellegrini – un record dopo l’altro – varca i suoi portici storici, trasformando la città in una meta globale. Ma dietro la devozione, le bandiere sventolanti e le celebrazioni, si nasconde un malessere crescente: quello dei residenti, che vedono la propria vita quotidiana stravolta da un turismo invasivo e sempre più incontrollato.
Il centro storico, un tempo cuore pulsante di vita locale, è ormai dominato da appartamenti in affitto su piattaforme come Airbnb, spesso occupati da turisti che trasformano balconi e strade in palcoscenici effimeri. Le vie si riempiono di gruppi rumorosi, talvolta guidati da megafoni che diffondono canti o preghiere a tutte le ore, mentre i residenti si ritrovano a lottare per un barlume di normalità. Alcuni raccontano di non poter uscire di casa per un caffè senza essere travolti da ondate di visitatori; altri hanno scelto di andarsene, stremati dal caos.

Tutti nella Cattedrale
La cattedrale, simbolo spirituale e architettonico della città, non è più solo un luogo di culto, ma una meta assediata. I fedeli locali lamentano di averne perso il possesso: orari, code, controlli di sicurezza e divieti di transito ne limitano l’accesso. Un tempo usata come scorciatoia nei giorni di pioggia – quasi 140 all’anno – oggi è diventata un’attrazione da visitare in fila, come un museo. E mentre i pellegrini si accalcano per la messa delle 11:30, con sacerdoti da ogni angolo del mondo e confessioni in decine di lingue, fuori si susseguono scene di tensione: tende abusivamente montate in piazza, falò da campeggio accesi in strada, graffiti sui monumenti.
Il patrimonio storico subisce i colpi di un turismo spesso irresponsabile. Sui muri della cattedrale sono apparsi slogan politici e messaggi provocatori, mentre la facciata è stata imbrattata con scritte e disegni. Le fontane diventano contenitori di oggetti trovati lungo il cammino, come se ogni luogo fosse un’attrazione da “conquistare”.

Souvenir e tasse comunali
Parallelamente, il tessuto commerciale locale si dissolve: negozi di quartiere chiudono per lasciare spazio a catene di souvenir, dove si vendono zaini, rosari e statuine di pellegrini in versione kitsch. Nel 1994, i negozi rivolti ai residenti erano oltre 600; oggi, quelli per turisti superano quelli per i locali.
Il Comune ha reagito con una tassa di soggiorno e nuove regole urbanistiche, vietando nuovi negozi turistici e limitando lavanderie automatiche e distributori. Ma per molti è troppo tardi. L’affitto è schizzato alle stelle, gli studenti e le famiglie faticano a restare. Uno studio dell’Università di Santiago rivela che il rifiuto del modello turistico è raddoppiato in dieci anni, passando dal 28% al 50%.