Il ritorno dei pulsanti nelle auto

(Financial Times) Quando l’innovazione fa marcia Indietro: le case automobilistiche asiatiche guidano l’inversione di tendenza dai cruscotti dominati dai touchscreen.

Immaginate di guidare in autostrada quando improvvisamente il traffico si ferma all’ingresso di una galleria. Cercate le luci di emergenza, ma non ci sono più i pulsanti fisici: tutto è nascosto nel menu del touchscreen che, nel momento del bisogno, si blocca. Questo scenario da incubo rappresenta perfettamente il problema dell’era digitale automobilistica che stiamo vivendo.

Dalla metà degli anni 2010, molte case automobilistiche hanno abbracciato un futuro senza pulsanti, ispirandosi agli smartphone e ai design minimalisti di Tesla. Persino funzioni di sicurezza cruciali come luci di emergenza, tergicristalli e sbrinatori sono migrati sui touchscreen digitali. Ma il sogno di un cockpit futuristico e pulito si sta sempre più scontrando con i limiti umani, specialmente quando servono decisioni in una frazione di secondo.

Le ragioni del cambiamento

Dietro questa scelta non c’era solo l’appeal del design minimalista, ma soprattutto motivazioni economiche. Eliminare i pulsanti riduce componenti e complessità produttiva, supportando gli aggiornamenti software over-the-air che permettono di introdurre funzioni in abbonamento come navigazione, comandi vocali e persino sedili riscaldati senza passare dal concessionario. Un modello che rispecchia l’industria degli smartphone: vendere l’hardware, poi monetizzare attraverso il software.

Ora però è in corso una clamorosa inversione di rotta. Le case automobilistiche stanno reintroducendo proprio quei pulsanti che avevano dichiarato obsoleti. Il cambiamento è particolarmente evidente in Asia, regione che aveva contribuito a guidare l’adozione degli interni dominati dai touchscreen e ora è tra le prime a correggere la rotta.

I produttori cinesi di veicoli elettrici come Xiaomi, BYD e Denza stanno guidando questo movimento. La SU7 di Xiaomi offre una fila opzionale di tasti fisici che si attaccano magneticamente sotto il touchscreen centrale. La Sealion 05 di BYD include pulsanti sulla console centrale. Denza, sub-brand di BYD, ha aggiornato il suo modello D9 sostituendo i pannelli touch con interruttori tradizionali.

Anche in Giappone, Subaru ha fatto retromarcia quest’anno, reintroducendo controlli fisici in modelli come l’Outback 2026, dopo aver brevemente sperimentato layout pesantemente basati sui touchscreen.

L’Europa potrebbe rivelarsi la forza più determinante nell’accelerare il redesign dei cruscotti. Euro NCAP, l’autorità europea per la sicurezza stradale, ha annunciato che dal 2026 funzioni essenziali come frecce e luci di emergenza dovranno essere accessibili tramite pulsanti fisici per ottenere la valutazione di sicurezza massima.

I dati parlano chiaro

I numeri sono eloquenti: una Volvo del 2005 con pulsanti fisici tradizionali permetteva ai conducenti di completare operazioni basilari in soli 10 secondi, meno di un quarto del tempo necessario nelle auto moderne dotate di touchscreen, dove semplici operazioni richiedono fino a 44,6 secondi. Uno studio del Transport Research Laboratory ha rilevato che l’uso dei touchscreen in auto può compromettere i tempi di reazione più dell’essere sopra il limite legale di alcol o sotto l’influenza della cannabis.

Dal punto di vista economico, reintrodurre controlli fisici potrebbe sembrare un passo indietro. Assumendo costi aggiuntivi di circa 100 dollari per componenti, cablaggio e assemblaggio per veicolo, una casa automobilistica globale che produce 10 milioni di auto all’anno potrebbe affrontare fino a 1 miliardo di dollari in spese extra.

Tuttavia, su base unitaria, questo rappresenta meno dell’1% del prezzo medio al dettaglio di un’auto di fascia media e significativamente meno dei potenziali rischi finanziari di affidarsi esclusivamente ai touchscreen. Un declino nelle valutazioni Euro NCAP, ad esempio, può danneggiare la fiducia dei consumatori, aumentare i costi assicurativi e ridurre le vendite alle flotte, particolarmente in Europa dove gli acquisti fleet rappresentano oltre la metà di tutte le nuove immatricolazioni.

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