(New York Times) I musei riscoprono l’olfatto per rendere le esposizioni più immersive e accessibili.
L’esperienza sensoriale
Negli ultimi anni, sempre più musei hanno introdotto l’olfatto nelle loro esposizioni, arricchendo l’esperienza sensoriale dei visitatori e rendendo più accessibili i contenuti. Se un tempo i musei si limitavano a stimolare la vista con oggetti esposti staticamente, oggi utilizzano l’interattività visiva, sonora, tattile e olfattiva per coinvolgere maggiormente il pubblico. Un esempio recente è la mostra “Sensorium: Stories of Glass and Fragrance” al Corning Museum of Glass, nello stato di New York, aperta fino al 1° febbraio. Questa esposizione esplora la relazione tra il vetro e le fragranze, tracciandone l’evoluzione storica attraverso 70 oggetti. I visitatori, oltre a osservare antichi flaconi di profumo, possono sentire odori come cannella, noce moscata e chiodi di garofano, usati nel Settecento per oli speziati contenuti in preziose ampolle diplomatiche. L’obiettivo è rendere più immediato e viscerale l’approccio ai contenuti.

Tutto è nato con i surrealisti
L’utilizzo degli odori nei musei ha radici nel movimento artistico d’avanguardia. Nel 1938, ad esempio, i surrealisti diffusero l’aroma del caffè brasiliano in un’esposizione parigina per sfidare il predominio della vista. Oggi, secondo la ricercatrice Caro Verbeek dell’Università Vrije di Amsterdam, questa pratica si è diffusa, rendendo le mostre più inclusive e accessibili. Gli odori permettono di evocare epoche e luoghi, stimolando ricordi ed emozioni grazie al legame diretto che il sistema olfattivo ha con il sistema limbico del cervello. Un esempio innovativo di utilizzo dell’olfatto è la mostra “Sleeping Beauties: Reawakening Fashion” al Metropolitan Museum of Art, curata dall’artista Sissel Tolaas. Tolaas, esperta di chimica forense, ha raccolto oltre 20.000 molecole olfattive nel suo archivio berlinese e utilizza odori per creare narrazioni sensoriali. Per lei, l’olfatto è un “alfabeto dell’aria” che arricchisce la comprensione di arte e storia.

Gli odori sono protagonisti
Alcuni musei rendono gli odori protagonisti assoluti, come il Fragrance Museum di Colonia e l’Aftel Archive of Curious Scents in California. Altri, come il museo della nave S.S. Great Britain a Bristol, ricreano atmosfere storiche con odori intensi: dal pane fresco al rum, fino a sentori meno piacevoli come urina e vomito, per trasportare i visitatori in un autentico viaggio nel tempo. Tuttavia, per evitare disagi, i musei offrono spesso esperienze opzionali o sessioni “calme” per persone con sensibilità sensoriali. L’olfatto si rivela anche uno strumento per rendere le mostre più accessibili alle persone con disabilità visive. L’inclusione di componenti olfattive potrebbe ampliare l’accessibilità e l’apprezzamento di contenuti artistici e storici. Studi dimostrano, infatti, che gli odori migliorano l’immersione nelle mostre, come accaduto nel caso della ricostruzione dello studio del pittore Piet Mondrian.