Il lungo viaggio degli abiti usati

By Paolo Bonanni 24 Febbraio 2025 #abiti usati

(El Pais) Planeta Futuro ha tracciato il percorso di 15 capi di abbigliamento usati, rivelando un sistema globale di rifiuti tessili che alimenta l’inquinamento e le disuguaglianze.

Dove finiscono i vestiti che gettiamo nei contenitori per il riciclo? Per rispondere a questa domanda, ”El País” ha monitorato per quasi un anno 15 capi di abbigliamento, scoprendo che la maggior parte di essi è ancora in viaggio, spesso all’estero, lasciando un’impronta ecologica devastante.

Ad Accra, in Ghana, le spiagge sono invase da vecchi indumenti. Il villaggio di Akuma è sommerso da un tappeto di scarpe, T-shirt e pantaloni, mentre poco più nell’entroterra si ergono colline multicolori di abiti usati, molti dei quali bruciano, rilasciando fumi tossici. Questo scenario apocalittico è il risultato di un sistema globale che vede i paesi del Sud del mondo trasformarsi in discariche tessili per l’Occidente.

Gli “abiti dell’uomo bianco morto”

Il Ghana non è un caso isolato. Paesi come Pakistan, Kenya e Marocco sono diventati snodi cruciali di un’industria che produce abbigliamento a basso costo, sostenendo il modello della fast fashion. In Africa, questi vestiti sono spesso chiamati “abiti dell’uomo bianco morto”, e alcuni paesi, come Uganda e Ruanda, hanno iniziato a limitarne l’importazione per contrastare quello che definiscono “neocolonialismo tessile”.

Per tracciare il destino dei vestiti usati, “El País” ha cucito dispositivi di geolocalizzazione in 15 capi e li ha depositati in contenitori in tutta la Spagna. Quasi un anno dopo, molti di questi indumenti sono ancora in movimento. Sette hanno viaggiato all’estero, raggiungendo Africa e Asia, mentre tre sono rimasti bloccati in un magazzino negli Emirati Arabi Uniti.

L’impatto ambientale e sociale

I 15 capi monitorati hanno percorso oltre 65.000 chilometri, senza contare i viaggi precedenti dai luoghi di produzione. Questo esperimento illustra il trasferimento globale di tonnellate di vestiti, molti dei quali finiscono in discariche o vengono inceneriti, rilasciando microplastiche e sostanze tossiche.

Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’ambiente, il settore tessile è responsabile del 2-8% delle emissioni globali, una cifra destinata a crescere. In Europa, solo il 15% dei rifiuti tessili viene riciclato, mentre il resto finisce in discarica o viene esportato. La Spagna, ad esempio, ha esportato 191 milioni di chili di abbigliamento usato nel 2024, principalmente verso Emirati Arabi, Marocco e Pakistan.L’impatto ambientale e sociale.

Il business opaco dei vestiti usati

Il viaggio di questi capi rivela anche un sistema commerciale opaco e sfruttatore. In Ghana, il mercato di Kantamanto è un labirinto di vicoli pieni di vestiti usati, dove i commercianti acquistano balle di indumenti senza sapere cosa contengono. Quello che non viene venduto finisce bruciato o abbandonato sulle spiagge.

In Marocco, il contrabbando di vestiti usati è un business redditizio ma rischioso. Dopo la chiusura del confine con Melilla nel 2018, molti ex contrabbandieri si sono rivolti al mercato informale dell’abbigliamento di seconda mano, spesso senza licenze o tassazione.

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