Il Libro Rosso di Mao era… blu

(The Observer) Un’asta imminente a New York sta suscitando interesse nel mondo del collezionismo: al centro dell’attenzione, una collezione di edizioni rare del “Libretto Rosso” di Mao.

Il celebre compendio di citazioni che ha plasmato il comunismo cinese e guidato la Rivoluzione culturale è la parte più importante di una collezione, frutto di oltre vent’anni di ricerca da parte del collezionista americano Justin G. Schiller. Si pensa che possa raggiungere il valore di un milione di sterline. Un prezzo che testimonia il fascino e il valore storico di un’opera che ha segnato un’epoca.

Pubblicato per la prima volta nel 1964 con il titolo “Citazioni”, il Libretto Rosso divenne rapidamente un simbolo della Cina maoista. Ma prima di assumere la sua iconica veste rossa, il libro subì diverse trasformazioni ideologiche e stilistiche. Le prime versioni, infatti, presentavano copertine di colori diversi, tra cui il blu. Un dettaglio che rende queste edizioni ancora più preziose e ricercate.

Uno strumento di grande propaganda

Le prime edizioni del Libretto Rosso erano caratterizzate da un testo più lungo e complesso. Solo in seguito, per renderle più accessibili e incisive, le citazioni vennero ridotte e semplificate.

Il Libretto Rosso è stato uno strumento di propaganda fondamentale per Mao. Inizialmente rivolto all’Esercito Popolare di Liberazione, il libro si concentrava su temi militari come la disciplina e la lealtà. Con l’inizio della Rivoluzione culturale, il Libretto Rosso divenne un veicolo per diffondere l’ideologia maoista tra le masse.

Oggi, il Libretto è molto più di un semplice oggetto di nostalgia. Molti imprenditori cinesi, ad esempio, si ispirano ancora oggi agli insegnamenti di Mao per guidare le proprie aziende. E lo stesso presidente Xi Jinping cita spesso Mao nei suoi discorsi.

Un simbolo controverso

Ma cosa avrebbe pensato Mao di vedere il suo libro venduto all’asta per una cifra così elevata? Gli storici ritengono che avrebbe avuto una reazione contrastante. Da un lato, sarebbe stato contrario alla mercificazione del suo pensiero. Dall’altro, in quanto narcisista, sarebbe stato orgoglioso di vedere la sua opera oggetto di tanta attenzione e valore.

Indipendentemente dal giudizio su Mao, il Libretto Rosso rimane un simbolo potente e controverso del XX secolo. Un’opera che, a distanza di decenni, continua a suscitare dibattiti e riflessioni sul comunismo, la propaganda e il culto della personalità.

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