(The Economist) L’energia solare a basso costo sta mettendo a dura prova il modello di business delle aziende elettriche tradizionali.
Il Pakistan è diventato il terzo importatore mondiale di pannelli solari cinesi, utilizzati per sostituire i generatori diesel. Allo stesso tempo, però, l’adozione di energia solare più economica e pulita sta innescando un circolo vizioso: i costi di gestione della rete e dell’energia a carbone ricadono su un numero sempre minore di persone, che a loro volta hanno sempre più motivi per abbandonare la rete, minando così l’economia dell’intero sistema.

Prezzi elevati
Anche il Sudafrica sta vivendo una situazione simile, con l’aumento dell’energia solare che sta causando problemi finanziari ai governi municipali. In Libano, dove l’elettricità statale è limitata a poche ore al giorno, la quantità di energia solare installata è aumentata vertiginosamente. Anche in America, i prezzi elevati dell’energia e i blackout hanno convinto molte persone a rendersi indipendenti dalla rete elettrica.

Meno efficienza e più costi
Questi sviluppi positivi, che vanno nella direzione di un futuro energetico rinnovabile, decentralizzato e su piccola scala, presentano però anche degli svantaggi. Innanzitutto, l’energia solare domestica risulta meno efficiente e più costosa rispetto ai grandi impianti fotovoltaici. Inoltre, l’energia autoprodotta in eccesso viene sprecata. Infine, i costi iniziali per abbandonare la rete elettrica la rendono un’opzione praticabile solo per i più ricchi, mentre i poveri sono costretti a farsi carico dei costi della rete o a rinunciare del tutto all’elettricità.
Per questo motivo, molti governi stanno cercando di trovare soluzioni per far sì che l’energia solare funzioni in modo armonioso con le reti elettriche esistenti. In Pakistan, ad esempio, i problemi derivano da una combinazione di energia a carbone ad alto costo e tariffe che non riflettono i costi reali di trasmissione e distribuzione.

Concorrenza e riorganizzazione
La soluzione migliore, tuttavia, sarebbe che le aziende energetiche reagissero alla concorrenza e si riorganizzassero. In Pakistan, ad esempio, spesso non riescono a far pagare le bollette ai consumatori, mentre in Sudafrica, con la diminuzione dei blackout, il boom dell’energia solare si è rallentato. La produzione decentralizzata di energia, quindi, se da un lato può essere destabilizzante, dall’altro rappresenta un incentivo per i fornitori a migliorare i propri servizi.