Il digiuno intermittente funziona?

(The Economist) Una delle diete più in voga del momento fa perdere peso ma i benefici per la salute sono ancora in discussione.

L’idea è semplice: limitare l’assunzione di cibo a determinate finestre temporali. Una delle varianti più popolari è la dieta “5-2”, che prevede di mangiare pochissimo o nulla per due giorni alla settimana, senza restrizioni negli altri cinque. Questo approccio è apprezzato per la sua semplicità: niente bilancia per pesare gli ingredienti o drastici cambiamenti nelle abitudini alimentari. Inoltre, limitare i giorni di restrizione o concentrare il digiuno in ore notturne richiede meno forza di volontà, rendendo più facile mantenere il regime.

Ma il digiuno intermittente è davvero più efficace per la perdita di peso rispetto ad altre diete? La risposta non è chiara. La maggior parte degli studi offre dati limitati e risultati contrastanti: il digiuno intermittente sembra funzionare più o meno come il tradizionale conteggio delle calorie. Tuttavia, i suoi presunti benefici per la salute vanno oltre la semplice perdita di peso.

Una vita più lunga

Studi su animali da laboratorio hanno dimostrato che il digiuno (non necessariamente intermittente) può aumentare la durata della vita fino al 40%, mitigare il declino fisico legato all’età, migliorare i marcatori metabolici e persino ridurre la suscettibilità al cancro. Uno dei meccanismi chiave sembra essere l’autofagia, un processo attraverso il quale le cellule smaltiscono e riciclano parti danneggiate di se stesse. Questo processo si attiva quando i nutrienti scarseggiano, contribuendo a contrastare l’accumulo di detriti cellulari associati all’invecchiamento.

Gli animali ok, ma gli uomini?

Tuttavia, trasferire questi risultati agli esseri umani non è semplice. Gli studi sugli animali spesso implicano una restrizione calorica estrema, quasi alla fame, che non è praticabile negli esseri umani. Gli scienziati devono quindi affidarsi a studi più brevi e meno drastici, che misurano indicatori di salute come la risposta insulinica o i livelli di colesterolo. I risultati sono contrastanti: alcuni studi suggeriscono che il digiuno intermittente migliora il metabolismo dei grassi più della dieta tradizionale, mentre altri non rilevano differenze significative nella perdita di peso o nella salute cardiovascolare.

Meglio per i sovrappeso

Un’analisi pubblicata nell’aprile 2024, che ha esaminato 23 studi, ha concluso che il digiuno intermittente è leggermente migliore per le persone sovrappeso nel migliorare i livelli di colesterolo e insulina. Tuttavia, un altro studio pubblicato a gennaio non ha riscontrato benefici significativi né per la perdita di peso né per la salute cardiovascolare. Inoltre, ci sono rischi associati al digiuno severo: uno studio sui topi pubblicato su Nature nell’ottobre 2024 ha evidenziato perdita di massa muscolare e un possibile indebolimento del sistema immunitario.

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