Il Death Café di Bangkok

(Bbc) Un viaggio tra nascita, vecchiaia, malattia e morte in un insolito café thailandese con installazioni ispirate al buddismo, un viaggio attraverso nascita, invecchiamento, malattia e morte.

Un giornalista della BBC ha cercato un’esperienza fuori dall’ordinario a Bangkok, lontano dai soliti itinerari turistici ed è finito all’ingresso del Death Awareness Café. Attraversando un corridoio illuminato da scritte bilingui (thai e inglese) con domande provocatorie come “Cosa vorresti fare ma non hai ancora fatto?” ha scoperto che in questo caffé, fondato nel 2018 dal filosofo buddista Veeranut Rojanaprapa, si insegna ad accettare la morte, secondo gli insegnamenti buddisti che aiutano a vivere con più pace.

In Thailandia, dove il 95% della popolazione è buddista, la religione permea ogni aspetto culturale: dalla compassione al rispetto per gli anziani, fino al ruolo centrale della famiglia. Questo Death Café, con le sue installazioni interattive, esplora le quattro fasi dell’esistenza (nascita, vecchiaia, malattia, morte) per insegnare a confrontarsi con la sofferenza e la paura del morire.

Nascita: il primo trauma

La prima stanza, dedicata alla nascita, riproduceva l’oscurità del grembo materno. Rannicchiato in un’amaca rossa (simbolo dell’utero), avvolto da una copertura di plastica, il giornalista per la prima volta ha provato il disagio fisico ed emotivo dell’inizio della vita: “il dolore è parte del ciclo karmico,”.

Vecchiaia: il corpo che cede

Nella seconda sala, borse zavorrate alle gambe e occhiali sfocati hanno fatto sperimentare al giornalista la fragilità della vecchiaia. Salire scale con movimenti rallentati è stata un’illuminazione: in Thailandia, dove gli anziani sono venerati, il declino fisico è un monito sull’impermanenza (annica).

Malattia: l’ultima chiamata

La terza stanza, la più toccante, era un ospedale. Sdraiato sul letto, circondato da macchine, al giornalista è stato chiesto: “Chi vorresti chiamare, se stessi per morire?” La risposta è uscita spontanea: “Mia madre” nonostante che i due fossero distanti da anni, divisi da divorzio e conflitti economici. Ma la domanda successiva “Cosa le diresti?” ha avuto l’effetto di squarciare il muro del risentimento. L’idea di morire senza riconciliazione è diventata terrorizzante.

Morte: il peso dei rimpianti

Nell’ultima sala, un bianco sarcofago aspettava il giornalista. Entrarvi è stato scioccante, ma necessario: in Thailandia, i defunti vengono lavati dai familiari prima della cremazione, un rituale di purificazione. Tornato a casa, il giornalista ha riallacciato i rapporti con la madre. Non è stato semplice, ma quel Death Cafè gli aveva insegnato che ciò che conta, in fin dei conti, sono le relazioni. Non una macabra attrazione, ma un luogo che, con delicatezza, ci ricorda: “Siamo tutti di passaggio”.

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com