Il boom del testosterone

(Nouvel Economiste) Negli Stati Uniti, le iniezioni di testosterone stanno conoscendo un vero boom, diventando una nuova frontiera del benessere maschile.

Presentate come un rimedio per recuperare energia, libido e autostima, le iniezioni di testosterone hanno dato vita a un’industria in piena espansione. Tra il 2019 e il 2024, le prescrizioni sono passate da 7,3 a 11 milioni, con una crescita particolarmente marcata tra gli uomini sotto i 35 anni.

Cliniche come Gameday, diffusa in tutto il Paese, offrono un’esperienza su misura per uomini in cerca di “potenziamento”, più che di vera cura. Nelle eleganti “man cave” – lounge con poltrone in pelle, birra e televisori – basta un esame del sangue e, in meno di un’ora, è possibile ricevere la prima iniezione di testosterone, anche senza una diagnosi clinica chiara. Gameday, con oltre 375 sedi, punta a normalizzare l’uso del testosterone anche per chi ha valori nella norma, sostenendo che si tratta di “ottimizzazione” e non di cura.

La carenza di ormoni

Dietro questa tendenza si nasconde un problema reale: gli uomini di oggi hanno in media livelli di testosterone inferiori rispetto a decenni fa, complici obesità, stress, diabete, tossine ambientali e consumo di oppioidi. Tuttavia, secondo dati dell’American Association of Urology, un terzo dei pazienti in terapia non avrebbe una reale carenza ormonale, e il 25% avrebbe iniziato il trattamento senza nemmeno un controllo dei livelli.

Molti personaggi famosi promuovono apertamente la terapia, sottolineandone i benefici per muscolatura, energia e virilità. Questo trend si lega al movimento “Make America Healthy Again”, che alimenta la sfiducia nella medicina tradizionale e promuove un’idea individualista e performativa della salute maschile.

Non mancano i rischi

I medici segnalano problemi di sterilità nei giovani che assumono testosterone senza necessità clinica, spesso inconsapevoli degli effetti collaterali. Il trattamento può anche ridurre drasticamente la fertilità, rendendola difficile da recuperare.

A complicare il quadro, la mancanza di regolamentazione uniforme: alcune cliniche seguono protocolli medici, altre si limitano a vendere il trattamento. Farmaci non approvati dalla FDA, prodotti da farmacie specializzate, sono spesso più economici ma potenzialmente meno sicuri. Inoltre, la crescente domanda ha causato carenze di testosterone anche tra i produttori ufficiali, come Pfizer. D’altronde il testosterone è classificato come farmaco di categoria III, con un vivace mercato nero parallelo.

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