I robot umanoidi cambiano la fabbrica

(China Daily) Dalle miniere alle catene di montaggio, gli umanoidi sono destinati a sostituire l’uomo nei lavori ripetitivi”. Ma la vera rivoluzione sarà la flessibilità.

In un impianto high-tech a Lingang, Shanghai, centinaia di robot umanoidi prendono vita, pronti a rivoluzionare fabbriche, abitazioni e servizi. Sono l’emblema di una corsa globale, guidata dalla Cina, verso l’automazione avanzata. La startup AgiBot, operativa da meno di un anno, ha già sfornato 1.500 unità, con piani per una seconda fabbrica e una capacità produttiva di 10.000 robot annui.

Mentre nomi come Boston Dynamics dominavano il settore, oggi è la Cina a dettare il ritmo. Secondo Morgan Stanley, 37 delle 100 aziende leader nella robotica umanoide sono cinesi, tra cui UBTech Robotics e BYD. Il governo di Pechino punta a creare un ecosistema innovativo entro il 2025, con una supply chain affidabile entro il 2027. La Cina ha già il primato nelle installazioni di robot industriali e nell’esplorazione lunare. Ora punta agli umanoidi.

Le proiezioni sono vertiginose: il mercato cinese potrebbe superare i 100 miliardi di yuan (13,6 miliardi di dollari) entro il 2030, mentre Goldman Sachs stima un valore globale di 154-205 miliardi di dollari entro il 2035.

Case automobilistiche in prima linea

Il settore automotive guida la transizione. Tesla punta a produrre 100.000 unità mensili del suo Optimus entro il 2027, mentre in Cina giganti come GAC, Xiaomi e BYD investono in prototipi: i veicoli autonomi sono robot specializzati, gli umanoidi sono robot universali.

L’obiettivo? Migliorare l’efficienza produttiva e trovare nuovi driver di crescita in un’era di stagnazione demografica. I robot affiancheranno i lavoratori umani in compiti complessi, come il serraggio di bulloni o la movimentazione materiali.

Sfide e opportunità

Non mancano gli ostacoli. I costi restano proibitivi (circa 20.000 euro a unità), ma Unitree Robotics ha shockato il mercato con il suo modello G1 a 12.000 euro, grazie a componenti autosviluppati. La sfida è raggiungere un’autonomia di livello 4, come per le auto a guida autonoma.

Intanto, l’AI accelera l’evoluzione. AgiBot ha lanciato GO-1, un modello linguistico che addestra robot con pochi dati, mentre gli LLM (Large Language Models) potenziano percezione e decision-making.

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