I ristoranti imperdibili di Parigi

(Times) Dai bistrot autentici ai ristoranti stellati, una guida essenziale ai migliori posti dove mangiare nella Ville Lumière. Tradizione e creatività si incontrano in piatti indimenticabili.

La scena gastronomica della Ville Lumière è molto più della somma dei suoi bistrot e del manzo alla tartara. Quando l’Unesco ha aggiunto la cucina francese al Patrimonio Culturale Immateriale nel 2010, ha celebrato in particolare il “pasto gastronomico”. Per molti visitatori a Parigi, una cena gallica tipica, fatta di salse cremose, formaggi odorosi e vino pregiato, è una priorità tanto quanto visitare il Sacro Cuore o il Louvre. Ma la gastronomia francese va ben oltre i cliché di bistrot, brasserie e haute cuisine.

Negli ultimi anni, i ristoranti parigini hanno abbandonato le gerarchie rigide per abbracciare una visione più dinamica e multiculturale. I neo-bistrot hanno preso piede, con menu stagionali, piatti vegetali e giovani chef che fondono sapori tradizionali con influenze globali. Qualunque cosa scegliate, mangiare fuori a Parigi resta un rituale quotidiano intriso di piacere, rispetto per la qualità e amore per il buon cibo.

Plénitude, 1° arrondissement

Uno dei dieci ristoranti tristellati Michelin di Parigi, Plénitude spicca per la sua posizione da sogno al primo piano dell’hotel di lusso Cheval Blanc, con vista sulla Senna e sul Pont Neuf. Lo chef Arnaud Donckele trae ispirazione dalla sua nativa Normandia, dalla Costa Azzurra e da Parigi, con piatti come pollo con caviale e zucchine in una vellutata di champagne. Aperto solo a cena dal martedì al sabato. Consigliato un drink al bar panoramico Le Tout-Paris o, meglio ancora, un pernottamento.

Les Arlots, 10° arrondissement

A pochi minuti dalla Gare du Nord, questo piccolo bistrot è una gemma nascosta. Il menu del giorno è scritto su una lavagna e propone pochi piatti per portata, non adatto ai palati difficili, ma perfetto per chi ama sapori decisi. Ottimo il pâté d’anatra con fegato di pollo. Il vino è selezionato da Tristan Renoux, che gestisce anche il wine bar accanto, Billili.

Septime, 11° arrondissement

Bertrand Grébaut ha rivoluzionato la scena parigina aprendo Septime nel 2011. Il locale propone un menu degustazione spesso aggiornato, servito in un ambiente industriale. I piatti mescolano influenze asiatiche, nordafricane ed europee, accompagnati da vini naturali. Prenotazioni disponibili tre settimane prima.

Chez Georges, 2° arrondissement

Il tipico bistrot francese, autentico fino al midollo dal 1964. Arredi d’epoca, tavoli stretti, specchi grandi e pareti color nicotina. Il menu non cambia mai: celeri remoulade, animelle di vitello con salsa ai finferli, purè di castagne con panna. Ottimi vini di Borgogna e Bordeaux, con vere occasioni annotate a mano sul menu.

Le Tagine, 11° arrondissement

Ristorante marocchino a gestione familiare che si distingue per la qualità degli ingredienti e i vini naturali. Da non perdere il couscous méchoui con agnello dei Pirenei o il tajine di pollo con limone conservato e olive. Tutto, dai pani ai dolci, è fatto in casa.

Les Enfants du Marché, 3° arrondissement

Nel mercato coperto più antico di Parigi, il Marché des Enfants Rouges, questo minuscolo ristorante senza prenotazioni serve piccoli piatti di pesce innovativi come il crudo di cernia con scorza di cedro candita. Si mangia al bancone tra le bancarelle: unico e indimenticabile.

MoSuke, 14° arrondissement

Lo chef Mory Sacko ha unito le sue origini maliane e senegalesi con l’estetica giapponese, dando vita al primo ristorante dell’Africa occidentale premiato con una stella Michelin in Francia. Piatti sorprendenti come la crostata al cioccolato con gelato al wasabi completano un menu degustazione unico.

Parcelles, 3° arrondissement

Bistrot chic vicino al Centre Pompidou, con interni rétro e un menu che reinterpreta la tradizione. Ottime le capesante al burro con guanciale e gli gnocchi con burro alla salvia. Tutto è fatto in casa, e c’è anche una gastronomia di fronte per portare via sottaceti e paté.

Datil, 3° arrondissement

Manon Fleury propone una cucina sostenibile e senza sprechi, con un menu stagionale che mette frutta e verdura al centro. Carne e pesce vengono usati solo per esaltare i sapori vegetali. Il locale, raffinato e minimalista, riflette la filosofia della chef.

L’As du Fallafel, 4° arrondissement

In Rue des Rosiers, cuore del quartiere ebraico, si trova il leggendario L’As du Fallafel. Il panino con falafel, melanzane, insalata croccante e harissa è famoso in tutto il mondo. Chiude dal venerdì sera alla domenica mattina, ma c’è sempre il King Falafel Palace poco più in là.

Breizh Café Marais, 3° arrondissement

Per veri crêpes bretoni: salate (galette di grano saraceno con prosciutto, uovo e Comté) o dolci (cioccolato e panna o burro salato e zucchero). Atmosfera rilassata e ingredienti biologici. Ideale per una pausa golosa tra una visita e l’altra. Ci sono diversi locali in città, ma l’originale nel Marais è il più suggestivo.

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