I miti della protezione solare

(Bbc) Anche se l’estate è quasi un ricordo la protezione solare è fondamentale. Tuttavia, in merito all’uso della crema solare, esistono anche diverse convinzioni errate, spesso diffuse da influencer o, in alcuni casi, da fonti più autorevoli.

L’SPF non misura il tempo di esposizione

Il fattore di protezione solare (SPF) indica una maggiore protezione all’aumentare del suo valore. Tuttavia, non rappresenta il tempo per cui è possibile esporsi al sole in sicurezza. L’ente statunitense Food and Drug Administration (FDA) precisa che un SPF 8 non consente di esporsi al sole per 8 ore se normalmente si ci scotta in un’ora. Piuttosto, l’SPF è un rapporto tra la quantità di raggi UV che causano scottature con e senza l’uso della protezione solare. Ad esempio, un SPF 25 blocca il 96% dei raggi UV, mentre un SPF 50 ne blocca il 98%.

È importante notare che questi valori si basano su test di laboratorio in cui viene applicata una quantità di crema solare superiore a quella che la maggior parte delle persone usa normalmente. Per la massima efficacia, è fondamentale riapplicare la protezione ogni due ore, o dopo aver sudato o nuotato.

UVA e UVB possono entrambi causare il cancro

Si tende a pensare che i raggi UVA causino solo l’invecchiamento della pelle e i raggi UVB le scottature. In realtà, entrambi i tipi di raggi UV possono causare danni alla pelle e aumentare il rischio di cancro.

I raggi UVA, con la loro lunghezza d’onda maggiore, penetrano più in profondità, mentre i raggi UVB raggiungono gli strati più superficiali della pelle. Tuttavia, sia gli uni che gli altri contribuiscono all’invecchiamento e all’abbronzatura. Per questo motivo, le creme solari odierne sono formulate per bloccare entrambi i tipi di radiazioni.

Ci si può scottare anche con il cielo nuvoloso

Molte persone credono erroneamente che la protezione solare non sia necessaria nelle giornate nuvolose. Sebbene le nuvole possano disperdere le radiazioni solari, il loro effetto sui livelli di raggi UV può variare enormemente.

Nuvolosità molto fitta può attenuare quasi il 99% dei raggi UV, mentre nuvole più sottili possono non avere alcun effetto. In alcuni casi, alcune formazioni nuvolose possono addirittura aumentare la quantità di raggi UV che raggiunge il suolo in determinate zone.

Non tutta l’ombra è uguale

L’ombrellone da spiaggia, spesso considerato un rifugio sicuro, offre un fattore di protezione solare equivalente a circa SPF 5, in quanto la pelle è comunque esposta ai raggi solari riflessi dall’ambiente circostante. Un esperimento ha dimostrato che, mentre solo il 25% delle persone che usavano la crema solare si scottava, il 78% di coloro che si affidavano solo all’ombrellone riportava scottature.

Anche l’ombra di alberi con una chioma non fitta offre una protezione limitata, equivalente a un SPF 5 o inferiore. L’ombra migliore si ha quando l’area di cielo coperta dalla copertura è maggiore o quando la vegetazione è più fitta. È importante ricordare che i raggi UV possono essere riflessi da superfici come sabbia, acqua, cemento e vetro.

La crema solare non rende carenti di vitamina D

Sebbene l’esposizione al sole sia necessaria per la sintesi della vitamina D3, è molto improbabile che l’uso regolare della protezione solare causi una carenza. Pochi di noi applicano la crema solare in quantità sufficiente e su tutto il corpo per ottenere la protezione totale indicata sull’etichetta.

Inoltre, la sintesi di vitamina D3 raggiunge un livello massimo dopo pochi minuti di esposizione al sole e non aumenta più, mentre i danni al DNA continuano a sommarsi. Per questo motivo, la ricerca ha dimostrato che non c’è un aumento di carenza di vitamina D tra chi usa la protezione solare e chi non la usa.

La crema solare non ha bisogno di 20 minuti per “attivarsi”

La maggior parte delle etichette consiglia di applicare la crema solare 15-20 minuti prima dell’esposizione al sole. Questo non significa che la protezione sia inefficace prima. Questo tempo serve semplicemente a far sì che la crema si asciughi e formi una pellicola protettiva che non si smearing, e che sia più resistente al sudore o all’acqua. Uno studio ha rilevato che questa pellicola si forma in soli otto minuti. Tuttavia, è sempre meglio seguire le indicazioni del produttore.

Anche le persone con la pelle scura hanno bisogno di proteggersi dal sole

Anche se la melanina offre una protezione naturale dai raggi UV, le persone con la pelle scura possono comunque scottarsi, soffrire di iperpigmentazione, come il melanoma, e sviluppare il cancro della pelle.

L’aumento dei casi di cancro della pelle non è causato dalla crema solare

L’aumento dei tassi di melanoma nelle popolazioni occidentali è legato a diversi fattori, tra cui l’invecchiamento della popolazione e le abitudini di esposizione al sole, come l’uso di lettini abbronzanti.

Sebbene la protezione solare sia un ottimo strumento per prevenire le scottature, un uso improprio può portare a un falso senso di sicurezza che spinge le persone a trascorrere più tempo al sole, aumentando il rischio complessivo di danni.

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