Guida Michelin e la sfida del Web

(The Economist) Nata nel 1900 come guida stradale per promuovere le vendite di pneumatici, la Michelin si è trasformata in un’istituzione globale nel mondo della ristorazione.

Fondata dai fratelli André e Edouard Michelin, “la Michelin” ha introdotto nel 1926 il sistema di classificazione a stelle, diventando un punto di riferimento per chef e gourmet. Oggi, con oltre 30 milioni di copie vendute, la Michelin è un’autorità indiscussa, ma deve affrontare sfide significative in un’era dominata dalle recensioni online e dalle abitudini alimentari in evoluzione.

Il sistema a stelle della Michelin, che premia solo lo 0,03% dei ristoranti globali, è stato a lungo considerato il massimo riconoscimento per uno chef. Gordon Ramsay lo paragona agli Oscar del cinema, mentre Joël Robuchon sottolineava che una stella può aumentare il fatturato del 20%, due stelle del 40% e tre stelle del 100%. Tuttavia, l’enfasi sulla cucina fine dining ha alienato parte del pubblico, associando la Michelin a prezzi elevati, porzioni ridotte e un’atmosfera pretenziosa.

La sfida del digitale

Il maggiore rivale della Michelin è oggi il web. Piattaforme come TripAdvisor, Yelp e TikTok hanno democratizzato la critica gastronomica, permettendo a chiunque di condividere opinioni e scoprire nuovi locali. Gli influencer attirano folle verso ristoranti economici e trendy, sfidando il monopolio della Michelin come arbitro del gusto. In un contesto in cui l’80% di americani e britannici considera mangiare fuori troppo costoso, queste alternative stanno guadagnando terreno.

Per rimanere rilevante, la Michelin sta diversificando il suo approccio. Oltre ai ristoranti stellati, la guida premia con il Bib Gourmand locali che offrono qualità a prezzi accessibili, inclusi venditori di street food. Nel 2020 ha introdotto la Stella Verde, dedicata alla sostenibilità, rispondendo alla crescente domanda di cucina etica e vegetale.

Il futuro della Guida

Nonostante le critiche, la Michelin mantiene un vantaggio: la sua metodologia rigorosa. I giudici visitano i ristoranti più volte in incognito, garantendo un’analisi approfondita. Questo approccio contrasta con la natura spesso superficiale delle recensioni online. Con un traffico web raddoppiato nell’ultimo anno, la Michelin dimostra di saper evolvere, bilanciando tradizione e innovazione.

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